Il distretto del camper in Italia è in crescita. Lo dice il report del centro studi di Intesa Sanpaolo secondo cui il settore ha registrato una crescita delle esportazioni del +15,5%, andamento nettamente superiore rispetto alla crescita registrata in Europa in termini di immatricolazioni di camper e caravan (+4,9%). Conferma che arriva anche da Ute Hofmann, managing director, ambito commerciale di Laika, collosso del settore con sede a San Casciano.
Quali sono i driver delle scelte di chi acquista un camper?
"La crescente domanda di veicoli ricreazionali è il risultato di un’evoluzione delle preferenze dei viaggiatori, che cercano esperienze sempre più personalizzate e sostenibili. Il camper rappresenta una soluzione ideale per chi desidera esplorare la natura in modo responsabile".
È una tendenza momentanea?
"Il trend è destinato a consolidarsi nei prossimi anni, poiché sempre più persone si rendono conto dei benefici di un turismo lento e consapevole. La pandemia ha accelerato una tendenza già in atto"
L’Italia va forte con le immatricolazioni?
"L’Italia si conferma al terzo posto in Europa nella produzione di camper, preceduta solo da Germania e Francia. Inoltre, il 20% dei camper immatricolati in Europa ogni anno proviene dall’Italia, un dato che evidenzia l’importanza del mercato nazionale nel panorama europeo".
Laika che momento vive?
"Il periodo di notevole dinamicità del mercato richiede all’azienda una grande flessibilità. Laika sta adottando una serie di misure volte a ottimizzare i processi produttivi e a rispondere in modo agile alle variazioni della domanda".
Qual è il vostro mercato?
"L’Italia e la Germania rappresentano tradizionalmente i principali mercati per Laika. Negli ultimi anni, entrambi hanno mostrato una crescita stabile. La Francia è un altro mercato chiave per Laika, con una crescente domanda, insieme al Regno Unito nonostante le incertezze legate alla Brexit".
Andrea Settefonti