di Lorenzo Ottanelli
Ci sono zone di Firenze che si stanno trasformando, ci sono viali che non sono più come quelli di una volta, dove il piano regolatore sembra essere pronto a rivoluzionarli ancora. È una lunga direttrice alberata, quella che parte da piazza della Libertà, continua su viale Don Minzoni svolta a destra e si spinge su viale dei Mille, verso lo stadio Franchi. Un lungo viale tagliato a metà solo dalla ferrovia e dal suo cavalcavia.
Ma in questi anni cambierà tutto, con i lavori della tramvia che si spingeranno verso Rovezzano. Si tratta della linea 3.2.2 che tanto preoccupa i commercianti, i bar e i ristoranti che fanno parte di questa parte di città, da sempre considerata fuori dalle tante problematiche che investivano la zona nord e sempre di più anche il centro.
In viale Don Minzoni il tram è quasi realtà. Qui i vagoni stazioneranno quando non saranno in servizio e alcuni negozi già si vedono in difficoltà con la riduzione dei parcheggi e la conseguente mancanza di clientela. "Siamo preoccupati, ma abbiamo combattuto per due anni, continueremo a farlo", dicono dal ristorante Perseus.
In un bar lì vicino la proprietaria è rammaricata: "Lo vede: è sabato e all’ora di pranzo non c’è quasi nessuno. Siamo qui dal 1969 e ogni anno è sempre peggio. Dal Duemila in poi, non ne parliamo. In tanti hanno già chiuso o stanno vendendo. E a comprare sono quasi sempre i cinesi".
Proseguendo sulla stessa strada, in direzione Cure, le previsioni sono meno cupe, ma solo perché ancora lì i lavori non sono arrivati. Non manca, però, l’apprensione dei commercianti al dettaglio che temono l’inizio dei cantieri, quando arriverà. Oltre il cavalcavia, in piazza delle Cure, alla storica gelateria Cavini sono tuttavia ottimisti: "Siamo sopravvissuti ai tre anni di chiusura della piazza. Certo, abbiamo un po’ di timore dei cantieri, ma ci dovremmo salvare, se il sottopasso finisce all’imbocco del viale. In caso contrario ripartiremo con più forza quando il tram sarà in funzione. Chi è più giù, ne risentirà maggiormente".
E difatti, proseguendo il viaggio verso lo stadio Franchi, gli esercenti non nascondono le loro difficoltà. Qui, il tema non sono solo i binari che prenderanno il posto delle corsie delle auto. Lo saranno, ancora prima, i cantieri (compresi quelli di Ponte al Pino e dello stadio Franchi). Intanto, cresce la preoccupazione per la criminalità. Proprio ieri mattina una spaccata ha di nuovo colpito la ’Boutique del sud’. È la seconda volta in pochi mesi. Ma sono tanti i negozi che hanno ricevuto lo stesso ’trattamento’. Tra questi, davanti alla chiesa dei Sette Santi, c’è la ’Tartaruga’, aperto nel 1977, che non ha visto calare la domanda da parte dei clienti.
"Abbiamo puntato molto sul prodotto – ci dice la titolare – e questo ci ha premiati. Ma viale dei Mille non è più come una volta. Abbiamo avuto un furto mesi fa, sono venuti esponenti dell’opposizione, ma nessuno della maggioranza o dell’amministrazione. Ora un nuovo colpo, siamo stremati", ci racconta fuori dal negozio. "Certo che abbiamo timore per l’arrivo del cantiere della tramvia, temiamo di dover chiudere. Ho un figlio che potrebbe rilevare l’attività, ma come possiamo provarci? Anche giovedì c’era una partita e hanno chiuso la strada. Senza parcheggi non potremo sostenere i costi", conclude amareggiata.
Anche al Conad vicino allo stadio hanno lo stesso timore. Paola ci dice che "la microcriminalità è aumentata parecchio" e che "l’altro giorno hanno provato a rubare al cinese qui accanto ed è scattata una rissa". "Poi – prosegue – per la tramvia abbiamo tutti timore, anche le aziende che stanno attorno, perché con il cantiere come faremo a far accostare i tir che ci consegnano la merce? Hanno detto che non taglieranno gli alberi, ma come possiamo fidarci?". Così, da storiche strade del benessere, i viali Don Minzoni e Mille temono il futuro da gran cantiere, senza tutele.