Campo largo terremotato. M5S e Si contro Renzi: "Meno parole, più voti". E Fossi spera di ricucire

Galletti e Danti: "Chiediamo discontinuità dal governo della Toscana". Casini: "Non sono loro ad aprirci la porta". Il segretario dem: "No alle ambiguità".

Campo largo terremotato. M5S e Si contro Renzi: "Meno parole, più voti". E Fossi spera di ricucire

Galletti e Danti: "Chiediamo discontinuità dal governo della Toscana". Casini: "Non sono loro ad aprirci la porta". Il segretario dem: "No alle ambiguità".

di Francesco Ingardia

"Il campo largo non esiste più". Mai colpo di cannone fu così roboante. Oltre che letale da incassare per i sostenitori dell’Ulivo 2.0 alternativo "al destra-centro di governo". L’asticella alzata fino al soffitto dal presidente dei 5Stelle Giuseppe Conte, nel salotto di Bruno Vespa, è risultata più fastidiosa di un acufene all’orecchio. Per i renziani, ça va sans dire. Perché di fatto ballano i perimetri coalizionali per le regionali in Liguria, Emilia, Umbria. Vero, manca ancora un anno (minimo) alla chiamata alle urne in Toscana. Il dilemma Giani sì/no ha da sciogliersi, e la piattaforma programmatica da concordarsi. Ma quella bordata ("non sono disponibile ad affiancare il simbolo del M5S a quello di Italia Viva in Emilia e Umbria perché Renzi è incompatibile con i nostri obiettivi politici oltre che una mina ad orologeria"), sparata dall’avvocato pentastellato non può che aver creato inevitabili scosse nel rassemblement in via di costruzione nel centrosinistra toscano. Di terremoto, non di assestamento. Siamo oltre, evidentemente, la mera melina. Di buon mattino, la coordinatrice toscana dei 5S Irene Galletti dà seguito alle intemerate del suo leader nazionale, sparando a zero sui renziani: "In Toscana, non c’è mai stata alcuna apertura verso Italia Viva - la precisazione -, e lo abbiamo sempre affermato con chiarezza. Nessuna novità: il presidente Conte ha confermato l’inaffidabilità e l’incoerenza di quella forza politica e del suo leader".

In tandem, anche il segretario regione di Sinistra Italiana Dario Danti rincara il niet ai renziani con la esplicita richiesta di "discontinuità dalla giunta Giani". In fondo tutta la campagna elettorale fiorentina è stata scandita dal no vigoroso ai renziani da parte di Si. Da sinistra, quindi, zero “abbracci mortali“. "Sia chiaro, non si può ripartire dalla maggioranza uscente in Regione, ma dall’asse Pd-Avs-5S", il Danti-pensiero. Anche a costo di rinunciare al bacino di voti fiorentino italovivaista? "Ma quali voti - l’affondo di Danti -. Invito a leggere i risultati delle ultime amministrative. I sondaggi davano Iv al 15% a Firenze. Abbiamo visto com’è andata. A Livorno e Prato, per dire, non pervenuti. Renzi ripete su giornali “meno veti più voti“. Bene, a lui rispondo “meno interviste più voti“. Se i suoi voti fossero proporzionali alle interviste rilasciate a quest’ora in Toscana Italia Viva avrebbe il 20%". La frattura si espande a sera, con il contro j’accuse del coordinatore metropolitano Iv Francesco Casini: "Forse conviene ricordare alla consigliera Galletti che Italia Viva è già oggi in maggioranza e lo è dall’inizio della legislatura. È il M5S che dall’opposizione semmai dovrà chiedere di aprire la porta. Non ha alcun titolo la consigliera Galletti per distribuire le chiavi di apertura in Toscana, lei che da sempre fa opposizione al Pd". A Casini segue il capogruppo in Regione Stefano Scaramelli. Giusto per ribadire il concetto: "A quanto ci risulta il centrosinistra in Toscana è costituito da Pd e Iv. Non si governa con le agenzie ma con il lavoro costante a supporto del presidente Giani, come stiamo facendo noi da 4 anni".

Sponda Pd, c’è nervosismo. Celato pubblicamente, ma tangibile sottobanco. "È un momento difficile, non lo neghiamo", l’eco udito in casa dem. Mentre al segretario Fossi spetta l’arduo compito di non confondere la Toscana col resto del mondo: "La mia speranza è che si riesca a ricucire nell’ottica di un’alleanza di centrosinistra", fa sapere da Montecitorio. Guai ad abbandonare la postura "testardamente unitaria". Per la blindatura a Iv, però, risponde picche: "Manca ancora un anno alle elezioni - aggiunge -. Dobbiamo costruire un campo progressista con chi decide di starci senza ambiguità". Sta qui la "questione centrale", per dirla alla Galletti. È il Pd che "deve decidere se avviare un percorso nuovo, escludendo Italia Viva, o continuare a sostenere chi è responsabile dei principali problemi della Toscana".