di Pietro Mecarozzi
Un salto improvviso. Le fauci spalancate. Il morso sulla piccola testa del neonato. Le risate di una famiglia riunita interrotte da urla e disperazione. "Una tragedia, è successo una tragedia", è il grido che risuona nella tromba delle scale.
Ieri all’ora di pranzo un bambino di appena 15 giorni è stato azzannato da un cane di razza Staffordshire bull terrier (molossoide come i pitbul, ma più piccoli). È successo in un appartamento al settimo piano di via Franchetti, zona Novoli. I due genitori erano entrambi presenti nella casa dei nonni del piccolo, proprietari anche del cane.
Secondo quanto ricostruito, la famiglia stava pranzando, il bambino era in braccio alla mamma quando il cane ha spiccato un salto e lo ha morso nella zona laterale e posteriore della testa.
È subito scattato l’allarme. Il bambino ha perso molto sangue. Viene così chiamato il 118 che di conseguenza avvisa la polizia. I mezzi di soccorso e una volante arrivano sul posto, ma il bambino è già stato trasportato in autotomia al Meyer dalla mamma. Il padre del piccolo ha invece accusato un malore ed è stato curato sul posto dai medici del 118.
Il bambino è stato ricoverato in codice rosso per trauma cranico e sottoposto ad un intervento neurochirurgico. Al momento, hanno spiegato i medici, "non sono previsti danni neurologici" dato che "la ferita ha riguardato soltanto la pelle e l’osso del cranio che è stato ricostruito grazie all’operazione". Il neonato è stato ricoverato nella terapia intensiva neonatale. La prognosi resta riservata, ma non è considerato in pericolo di vita. Il cane sarà invece affidato ai veterinari della Asl.
Il fenomeno delle aggressioni dei cani ai bambini "è sempre più ricorrente, purtroppo", evidenzia il dottor Carlo Ciceroni, veterinario comportamentalista, perito del tribunale di Firenze. La regola aurea, valida sempre, è la seguente: "Mai lasciare soli bambini sotto i 10 anni con cani sopra i 30 chili. Perché non in grado di mettere in atto una difesa attiva in caso di aggressione".
E ancora: "Il vero problema è che i cani non si spengono come i motorini". È semplice: "Cani piccoli-problemi piccoli, cani grandi-problemi grandi. Ci sono cani che hanno una lesività (intesa come possibilità di provocare danni) connaturata alla razza in relazione alla fisicità, come i derivati da razze selezionate per i combattimenti e loro incroci", conclude Ciceroni.