EMANUELE BALDI
Cronaca

Incubo avvelenamenti, ''paura a portare fuori i cani. All’Isolotto c’è un pazzo"

Sei polpette fatali nel giro di pochi giorni, altre bestiole salvate. Clima surreale nel rione. Il Comune chiude l’area di S. Bartolo "Siamo terrorizzati, potrebbe esserci stricnina ovunque"

Firenze, 5 gennaio 2023 - Tea era un labrador dolce con gli occhi sempre spalancati su quel che è la grande bellezza per ogni cane del mondo. E cioè delle meravigliose bazzecole: l’erba fresca e verde su cui tuffare il naso, il bastoncino da rincorrere a perdifiato, l’abbraccio del padrone che tuffa la sua mano nel pelo. E’ morta tra gli spami della sua ’mamma’ Lisa con gli occhi sbarrati dalla paura, con l’innocenza tradita da una mano vigliacca e infame che ancora non ha un volto.

«Un dolore immenso, devastante, da togliere il fiato" ha scritto su Facebook Lisa, confortata dalla comunità social della pagina ’Sei dell’Isolotto se’ dove da giorni si moltiplicano appelli e segnalazioni. Stella ce l’ha fatta, ha sputato via il suo veleno mentre Zelda no, le si sono pietrificate le zampe dopo una passeggiata e adesso non c’è più. Da natale a oggi sono morti sei cani, assassinati da un veleno invisibile.

«È stricnina, è micidiale» stringe le spalle Mauro vicino all’argine dell’Arno al Pignone. Sull’altra sponda, alle Cascine nei giorni scorsi sarebbe morto un altro ’pelosetto’ dove aver leccato qualcosa nell’erba. "Stricnina, che maledetti" dice ancora a mezza voce il ragazzo mentre tira al guinzaglio il suo bassotto marrone quasi a volerlo proteggere da un nemico che potrebbe annidarsi ovunque.

E’ uno psicodramma collettivo che mescola rabbia e impotenza, incredulità e paura. Si parla di casi – tutti da verificare, va detto – al Cavallaccio, in via Lunga, ieri è perfino iniziata a circolare una foto di una polpetta aperta con un chiodo infilato dentro. Sarebbe stata scattata a Soffiano.

Ma la zona incubo per eccellenza resta San Bartolo a Cintoia. Qui, nel fazzolettone verde che si spalma come un lembo enorme di campagna ’sopravvissuta’ alle porte dei palazzoni della prima città, si sarebbe registrato il numero di casi più alto.

Ieri Palazzo Vecchio ha chiuso virtualmente l’area – farlo fisicamente trattandosi di una zona non recintata e gigantesca, dal PalaWanny ai nuovi campi di Padel – con due transenne, un lampeggiante e un cartello ("Sono in corso accertamenti a seguito di segnalazioni di presunti avvelenamenti per cui l’accesso al parco è interdetto a scopo precauzionale").

Azione doverosa ma il passaparola ha galloppato assai più forte da queste parti. Ieri pomeriggio a San Bartolo non c’era un’anima. Sara gira larghissima con il suo Golden. Marciapiede opposto. La raggiungiamo: "Ho letto di tutto, sono terrorizzata – dice scossa – In quel giardino ci vado spesso ma ora non ci metterò più piede. Bonifiche? Non mi interessa, un pazzo che ha fatto quello che ha fatto può rimettersi a aprgere veleno in qualsiasi momento". Si avvicina un anziano, con il suo amico : guardingo – a quattrozampe "Nemmeno io e lui ci si torna – dice serio – ma qui c’è da stare attenti a ogni cespuglio, su ogni marciapiede. Chi ha una schifezza al posto del cuore può aver gettato veleno ovunque...". "Ma d’altra parte – sospira – poverini non si possono mica tenere murati in casa... L’unica è sperare che finisca tutto presto".