
Cantiere Tav, l’esame dei residenti. Percorso e sicurezza ai raggi x: "Danni minimi, controlli costanti"
di Carlo Casini
Un centinaio di persone ieri pomeriggio si sono presentate alla scuola Dino Compagni per il terzo incontro pubblico di Reti ferroviarie italiane e Comune di Firenze. L’obiettivo dell’appuntamento? Spiegare e confrontarsi sul passante sotterraneo della Tav. Fabrizio Rocca, ingegnere responsabile del sottoattraversamento per Rfi ha aperto l’evento con una panoramica dal pozzo di ingresso alla stazione di Campo di Marte fino a Castello, dove i binari rivedranno la luce: due gallerie parallele di circa 8 chilometri, collegate tra loro ogni 500 metri, mediamente 20 metri sotto al piano stradale. Circa a metà, la stazione Foster di viale Belfiore unica nel suo genere perché nonostante sia sotterranea – 25 metri di profondità, 450 di lunghezza e 50 di larghezza – sarà illuminata e areata totalmente in maniera naturale grazie a una struttura di acciaio e vetro alta 18 metri.
Contemporaneamente c’è un costante monitoraggio di eventuali effetti in superficie, accompagnato dai testimoniali di stato a tutela degli immobili che potrebbero venir influenzati (circa 3400). A questo proposito, l’ingegner Alessandro Zurlo del consorzio Florentia, esecutore dei lavori, ha specificato come gli edifici direttamente sopra le gallerie siano monitorati con continuità, mentre quelli più distanti vengono comunque controllati prima e dopo il passaggio della talpa. Tra gli intervenuti dal pubblico, il consigliere comunale Andrea Asciuti del Gruppo misto: "Il terreno a Firenze è alluvionale e ricco di falde. So per esperienza – chiosa – cosa voglia dire essere danneggiati dai sottoattraversamenti: a Napoli, mia città di origine, ho dovuto affrontare notevoli spese per trasferire i resti dei miei nonni poiché a causa degli scavi per la metro è collassata una parte del cimitero".
"Lo scavo è tutto in falda ma la galleria non è un elemento che ha riverbero su questa: è come una cannuccia in un bicchiere, non fa effetto diga", ha risposto l’ingegner Rocca. Dai banchi di Palazzo Vecchio presente anche il capogruppo di FdI Alessandro Draghi: "Confronto con i cittadini molto interessante e partecipato in cui sono state fornite risposte più o meno esaurienti – ha commentato –. Invito a replicare anche nel Quartiere 1 e 5"
Tra i cittadini intervenuti dal pubblico anche Tiziano Cardosi, presidente dell’associazione No tunnel Tav, che ha chiesto conto della discrepanza sull’abbassamento del suolo previsto: "I giornali hanno parlato di 18 millimetri di cedimenti ma dai progetti ce ne risultano 50-60". Rocca ha illustrato come il documento cui si riferiva non rappresentasse l’effetto prevedibile, ma la simulazione del peggiore degli scenari che prevede dati di avanzamento della fresa con parametri superiori alle soglie di allarme previste e che imporrebbero lo stop; fino ad oggi si è operato con parametri in linea con quelli di progetto che sono 5 volte inferiori quelle di allarme.
"I cedimenti massimi rilevati in un solo punto sono sui 10 millimetri e mediamente non si arriva ai 4-5 mm", ha precisato l’ingegnere. Per quanto riguarda i danni che ci sono stati ad alcuni edifici "erano preventivati e minimali - ha aggiunto – e le crepe sono state solo a livello di intonaco, e verranno restaurate". I cantieri sono visitabili in piccoli gruppi previa prenotazione.