Il giorno dopo è sempre peggio del giorno in cui si riceve un "no". E il sindaco di Firenze Dario Nardella è davvero irritato, dopo che il ministro del turismo Massimo Garavaglia ha espresso il suo parere negativo agli emendamenti al disegno di legge che avrebbe concesso più poteri ai sindaci in tema di turismo e affitti brevi, sul modello di Venezia. Emendamenti tra l’altro firmati e sostenuti in modo bipartisan da Pd e Forza Italia. Nardella aveva promosso in prima persona una legge di iniziativa popolare ‘salva centri storici’, in cui si mirava a regolare le piattaforme online per gli appartamenti (in particolare del centro storico), incentivare il ritorno della residenza in centro, combattere quel turismo ‘mordi e fuggi’ che doveva essere il primo problema da debellare nel post Covid e che invece resiste alla grande.
Per questo il sindaco di Firenze è passato dalle parole ai fatti, cercando di dare un contributo concreto e chiedendo di estendere la norma per Venezia a tutte le altre città d’arte. Concretezza e, soprattutto, velocità. Una parola quest’ultima che invece, a quanto pare, non è gradita al ministro Garavaglia secondo cui per la regolamentazione degli affitti brevi sarà fondamentale la banca dati dell’offerta extralberghiera e dunque non serve ricorrere "a soluzioni a macchia di leopardo".
Peccato che la piattaforma, se tutto va bene, non sarà pronta prima di ottobre e nel mezzo avremo tante questioni da affrontare, su tutte le elezioni. Dire che risolviamo il problema da ottobre nel mezzo della stagione estiva non suona benissimo e dalle parti del Pd l’irritazione è alta. Qualcuno, tra i dem, non perde l’occasione di ricordare che stiamo parlando di Massimo Garavaglia, Lega.
Questa partita al momento vede tra coloro che festeggiano gli Airbnb, mentre gli albergatori sono arrabbiatissimi.
"Io non mi sorprendo per quello che il ministro ha detto e fatto – ha spiegato Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze -. Questo è lo specchio dell’Italia: chi cerca di fare normative per regolamentare situazioni che stanno distruggendo tessuti urbani viene contrastato dal sistema parlamentare. Lo dissi subito a Nardella: la sua iniziativa è intelligente, ma avevo delle perplessità per le conseguenze. E si è visto. Garavaglia poteva fare una controproposta, non mi pare sia accaduto". Bechi parla di "mossa miope, forse politica. Io dico solo una cosa: non possiamo pensare che il futuro del Paese sia in mano a soggetti che fanno mosse con un esclusivo fine politico. Sono sconcertato: abbiamo più volte presentato il problema, anche allo stesso Garavaglia. Nardella si è speso, ha ricevuto un ‘no’. Così facendo andiamo a gambe all’aria. Gli italiani sono un popolo di grande cultura, non una pattumiera. La pattumiera c’è a Roma, perché non si riesce a gestire la situazione ed è anche colpa di questo turismo".
E il futuro? "Vedo tanto buio intorno – ha concluso -. Ora parlano tutti delle elezioni, a novembre le aziende saranno in ginocchio, sarà un incubo". E per questo, almeno sul turismo, Nardella voleva intervenire subito.
Niccolò Gramigni