Non solo non ne possono più i pendolari che troppo spesso trovano, sulla Faentina, treni in ritardo e corse soppresse. Adesso hanno perso la pazienza anche i genitori di una delle categorie che usano di più il treno, gli studenti. E da Marradi, dai genitori dei ragazzi e ragazze di Marradi, parte un appello e una denuncia esasperata e amara, affidata a una lettera aperta, condivisa da un gruppo di loro e diffusa da Barbara Scarpi, che fa da portavoce.
"Continui ritardi a scuola, ore e giorni di lezioni perse. Il diritto allo studio – chiedono i genitori marradesi – dov’è finito? Il tutto solo ed esclusivamente a discapito di ragazzi che per poter studiare si alzano all’alba tutte le mattine, sei giorni su sette, senza sapere se arriveranno mai a destinazione. Treni perennemente in ritardo, cancellati, ragazzi fatti scendere dai convogli, com’è successo in più di una occasione nel mese di novembre 2024, senza sapere se fosse arrivato un bus sostitutivo per portarli a destinazione. Faenza non è poi così lontana: una volta ci impiegavano 30 minuti, adesso, causa il rischio frane, più di un’ora".
"Ecco com’è una nostra giornata tipo – racconta Scarpi –. Fai colazione prima dell’alba. Da una parte il caffè, dall’altra l’App di Trenitalia: devi controllare se il treno esiste ancora. È come un videogioco. Solo che noi genitori non ci divertiamo per niente. E neanche i nostri ragazzi. Ecco la missione: ce la faranno gli studenti che si svegliano prima delle 6 di mattina ad arrivare a scuola per la lezione delle 8? Non puoi sapere se tuo figlio arriverà a scuola in tempo, e quindi non sai neanche se potrai andare al lavoro. Puoi solo portare il ragazzo in stazione e incrociare le dita. Se il treno arriverà in ritardo dovrai aspettare la telefonata di tuo figlio e poi aprire un’altra App: quella della scuola. Infatti se tuo figlio arriva in ritardo resta fuori dalla scuola, mica lo fanno entrare a metà ora. Lo faranno entrare alla seconda ora, alla terza in qualche caso, ma solo se tu genitore avrai autorizzato via App il suo ingresso in ritardo. Naturalmente i ritardi vengono conteggiati, al signor preside non interessa se il ritardo è colpa tua o del treno. Sono ritardi e basta".
E non va dimenticato neppure il risvolto economico. "I lavoratori pendolari – nota Scarpi – pagano sia l’abbonamento al treno che la benzina per la vettura, pagano due volte. Stiamo pagando degli abbonamenti per un servizio che non c’è. E non tirateci fuori il problema delle frane: il servizio faceva già pena prima. Ora è diventato ridicolo, sarebbe comico se non facesse piangere".
Paolo Guidotti