Ancora non sono emerse le cause dei tanti casi di infezione legati alla salmonella che si sono manifestati, in particolare nelle scuole di Sesto fra bambini che mangiavano alla mensa scolastica, ma c’è già chi si organizza dal punto di vista legale in vista di una futura richiesta danni. "Ho deposito una querela a nome di due genitori che mi hanno contattato in questi ultimi giorni – dice ad esempio l’avvocato Guglielmo Mossuto –. La querela è contro Qualità&Servizi e contro chiunque il Magistrato riterrà responsabile".
Un atto che potrebbe sembrare prematuro visto che ancora mancano risposte certe ma, secondo Mossuto, non è così: "Noi – prosegue - raccontiamo dei fatti e il Magistrato che condurrà l’indagine appurerà se ci sono o meno delle responsabilità a carico di Qualità&Servizi o di altri".
"Ci limitiamo a raccontare la storia – continua l’avvocato – anche se la storia dice che diverse decine di bambini che hanno mangiato a mensa lo stesso giorno si sono sentiti male e alcuni sono stati ricoverati per diversi giorni in ospedale. Ipotizziamo che ci siano delle responsabilità ma le conclusioni le trarrà chiaramente il Magistrato. Sono stato anche contattato da altri genitori ma per il momento non sono state depositate, almeno per quanto ci riguarda, ulteriori querele".
Facile ipotizzare, però, che tante famiglie con i figli colpiti dall’infezione stiano già scegliendo o sceglieranno le vie legali: sui social e in particolare sui gruppi dedicati al territorio di Sesto Fiorentino, si moltiplicano infatti gli appelli per cause con più soggetti o una vera e propria class action.
Dopo la seduta della sesta commissione consiliare, che ha visto l’intervento del sindaco Lorenzo Falchi e dei vertici di Qualità&Servizi con l’Amministratore unico Filippo Fossati - intanto proseguono gli strascichi polemici per la mancanza, ad oggi, di ‘numeri’ certi per quanto riguarda la tossinfezione: "Il dato più rilevante – dice ad esempio il presidente della commissione, il capogruppo della Lega Daniele Brunori – è che non ci sono numeri definitivi. Ancora oggi, dopo diversi giorni, non conosciamo il numero preciso dei contagiati. Le analisi sui lotti di cibo poi non sono disponibili e quelle sui campioni biologici del personale sono ancora parziali. Quindi si è riaperto il servizio senza sostanzialmente avere i dati completi".
Sullo stesso tasto batte anche un altro membro della commissione, il consigliere di Italia Viva Gabriele Toccafondi: "Dopo quasi due settimane dal primo caso e circa dieci giorni dalla chiusura della mensa – commenta - ancora non sappiamo quanti bambini hanno avuto l’infezione, quanti sono stati ricoverati negli ospedali, quanti sono stati visitati e curati a casa, quanti curati dai pediatri. Sorprende questo e sorprende anche sentire sindaci e presidente dell’azienda che gestisce il servizio mensa confermare che la Asl non abbia dato riscontri in tal senso neppure a loro".