EMANUELE BALDI
Cronaca

Capodanno, festa low cost. L’ora delle polemiche: "Così Firenze fa solo una figuraccia"

Lo storico dj Enrico Tagliaferri bacchetta Palazzo Vecchio: clima mite, boom di turisti e noi li ripaghiamo così. L’affondo: "Manca una visione, le feste organizzate sono soprattutto presidi contro chi si ubriaca e fa danni"

Firenze, 28 dicembre 2022 - "L’offerta di Capodanno? ma per favore... Qualche appuntamento di nicchia, e nulla per i giovani o per le persone mature come me. Una città con gli alberghi pieni che non offre praticamente nulla per la notte più divertente dell’anno, è una figuraccia".

Sornione e ridanciano ma poco avvezzo ad andare per il sottile, Enrico Tagliaferri – dj che mastica musica dai tempi delle cantine negli anni ’70, un’istituzione dance per generazioni di fiorentini – non usa i guanti per commentare l’organizzazione del San Silvestro in città che si preannuncia, a suo dire, come "piuttosto triste".

Scorrendo la lista degli altri capoluoghi di regione in effetti la differenza salta agli occhi (fatta eccezione per Milano che quest’anno rinuncia al concertone). Da Elodie a Roma a Patty Pravo e Fausto Leali a Genova, da Max Gazzè a Verona a Loredana Bertè a Pescara passando per i Subsonica a Torino, i Negramaro a Salerno e Max Pezzali in Sardegna solo per citarne alcuni. "Non so perché Firenze, forse l’unica in Italia, abbia scelto di organizzare un Capodanno di così basso profilo. – dice – Credo che si tratti di una grandissima occasione sprecata, specialmente dopo gli due ultimi dell’anno praticamente cancellati a causa della pandemia". "Ma come, – insiste – finalmente la gente è uscita dal tunnel, ha voglia di star bene e divertirsi e noi offriamo solo qualche piccolo evento qua e là?".

Per Tagliaferri è anche una questione di visione complessiva: "Ci lamentiamo sempre e giustamente se troviamo bottiglie rotte sull’asfalto o ragazzi ubriachi che vomitano ad ogni angolo ma se poi non offriamo niente di concreto il rischio che i giovani vadano in giro a bere senza senso purtroppo c’è. Le feste organizzate si chiamano così proprio perché sono ordinate e controllate, fungono da presidio sociale, evitano che le persone si disperdano chissà dove. Ma, appunto ,bisogna organizzarle un po’ come fu fatto con gli eventi radiofonici diffusi nel 2019, ultima festa prima del Covid, in cui tutta la città di divertì tantissimo. Tra l’altro quest’anno c’erano tutte le condizioni per organizzarsi al meglio: clima mite, alberghi pieni...".

"Poco da fare – conclude il dj – manca completamente una visione internazionale...".