Firenze, 14 ottobre 2024 – Carabiniere con il grado di appuntato, ma dopo essere stato accertato che facesse uso di hashish e cocaina, è stato degradato. Contro il provvedimento disciplinare, adottato dal ministero della difesa, il militare ha fatto ricorso al Tar, ma ha perso. La vicenda ha origine nel maggio del 2021, quando un procedimento disciplinare a carico dell’appuntato, si è conclouso con la rimozione del grado per “gravi motivi”.
In precedenza, infatti, il carabiniere, in servizio presso una stazione della provincia di Firenze, era stato sottoposto a una perquisizione domiciliare e in quell’occasione era stato trovato in possesso di hashish. Ai successivi accertamenti tossicologici, era risultato positivo sia all’hashish, che alla cocaina.
Nel ricorso, oltre a contestare la forma del provvedimento (che a suo dire sarebbe stata sprovvista della “provenienza“ dell’atto di degradamento, il carabiniere lamentava di non essersi potuto difendere dall’accusa di assunzione di stupefacenti.
Ma per il Tar, l’avvio del procedimento disciplinare “non fa unicamente riferimento all’accertata positività del militare alla cannabis e alla cocaina”, ma anche “alla condotta di procacciamento delle sostanze, incompatibile con l’appartenenza all’Arma dei carabinieri, istituzionalmente impegnata nel contrasto del traffico di stupefacenti e dei fenomeni criminosi connessi”.
Una sanzione, quella della perdita del grado, che resta autonoma rispetto al procedimento penale a cui è stato contemporaneamente sottoposto, il quale “non costituisce oggetto del biasimo espresso nei confronti dell’incolpato”. Nei confronti dell’ex appuntato “l’amministrazione imputa il comportamento consistente nell’essersi procurato ed aver consumato sostanze stupefacenti, indipendentemente dalle loro conseguenze sul piano della responsabilità penale”. Respinto, infine, il ricorso anche sull’ipotesi che la positività alla cocaina potesse essere il risultato di una contaminazione ambientale.
ste.bro.