Carapelli, piace agli arabi sauditi. Vendita in vista per l’azienda dell’olio

Sempre più vicino il possibile passaggio di proprietà dello storico brand con sede a Tavarnelle .

Carapelli, piace agli arabi  sauditi. Vendita in vista per l’azienda dell’olio

Carapelli, piace agli arabi sauditi. Vendita in vista per l’azienda dell’olio

Vendita in vista per l’olio Carapelli che potrebbe finire in mani arabe. Secondo le indiscrezioni pubblicate sul quotidiano Itala Oggi, è sempre più vicino un possibile passaggio di proprietà del marchio che ha sede a Tavarnelle e oggi detenuto da Deoleo azienda anglo- spagnola proprietaria anche di Bertolli. Secondo quanto riportato nell’articolo sarebbe in vendita oltre il 50% del capitale sociale che fa capo alla finanziaria inglese Cvc Partners che ha incaricato la banca d’affari americana Lazard di valutare eventuali offerte. A tirare le fila dovrebbe essere il tunisino Abdellatif Ghedira e vorrebbe arrivare a creare una cordata arabo-spagnola per rilevare la società iberica.

L’azienda, contattata, non ha smentito le voci, ma per il momento non vuole rilasciare dichiarazioni. Tra il 2004 e il 2008 il gruppo Sos Cuetara, poi Deoleo, aveva acquistato per oltre 825 milioni Carapelli, Bertolli, Sasso e Dante marchio quest’ultimo ceduto poi alla campana Mataluni per 34 milioni. Oggi il partner principale del progetto di compravendita sarebbe il fondo sovrano Pif dell’Arabia Saudita, insieme al governo tunisino e alla cooperativa spagnola Dcoop. L’acquisto dei marchi italiani sarebbe un modo per cercare di un avere un peso sempre maggiore da parte del mondo arabo nel panorama internazionale dell’olio d’oliva, interesse avviato già da anni e che ha visto nel Marocco con il Piano Verde uno dei principali protagonisti. In particolare il mondo arabo sembra essere intenzionato a rafforzare l’export di olio di oliva visto che la Tunisia esporta il 90% della propria produzione in cisterne. Inoltre in Arabia Saudita si trova l’oliveto più grande del mondo: di proprietà della Al Jouf Agricultural Development Company conta una estensione di quasi 7.400 ettari e più di 5 milioni di piante di olivo.

A pesare sulle voci di una possibile vendita, come già accaduto 10 anni fa, sono i bilanci di Deoleo. Nel 2013 so ventilò l’ipotesi che il gruppo spagnolo volesse disfarsi degli stabilimenti produttivi italiani (Tavarnelle e Inveruno) per tenersi soltanto i marchi Carapelli, Bertolli e Sasso. E anche stavolta ci sono conti da far quadrare della realtà iberica fondata dai fratelli Salazar.

Andrea Settefonti