OLGA MUGNAINI
Cronaca

Caravaggio, sangue all’Argentario. La tragica fine del pittore della luce

Stasera su La7 Aldo Cazzullo indaga sulla morte dell’artista durante la puntata di “Una giornata particolare“

Caravaggio, sangue all’Argentario. La tragica fine del pittore della luce

Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, nel celebre ritratto di Ottavio Leoni (1621 circa) conservato alla Biblioteca Marucelliana di Firenze Sopra, il giornalista Aldo Cazzullo

ORBETELLO (Grosseto)

Doveva essere la spiaggia della salvezza, l’approdo del naufrago che scampa non solo alla tempesta, ma all’ira degli uomini. Nel suo caso, tutti potenti.

E invece in quel lembo di terra all’Argentario, Michele Angiolo Merisi, stanco, smarrito, febbricitante e addolorato, trova la morte, consegnando la sua vita di sciagure, da vero maledetto, alla gloria forse eterna, ma arrivata solo molti secoli più tardi, grazie alla riscoperta di Roberto Longhi intorno alla metà del Novecento.

Inizia sulla sabbia bianca e finissima della Feniglia la nuova “Giornata Particolare“ di Aldo Cazzullo, che andrà in onda stasera su La7 alle 21.15, dedicata a Caravaggio, al suo genio artistico, alla sua capacità di rivoluzionare la pittura occidentale. Ma anche alla sua morte, agli omicidi e alle fughe che hanno contrassegnato la sua esistenza, fra violenza, intrighi, protettori e carnefici.

La storia che ancora una volta Cazzullo ci racconta, con la precisione storica e il fascino del grande romanziere, comincia da quel 18 luglio 1610, proprio sulla spiaggia della Feniglia, dove non è sbagliato dire che, oltre al più grande artista del XVI secolo, scompare a 39 anni anche un assassino, latitante ormai da molti anni. E’ quel Michelangelo Merisi, che poi tutti chiameranno Caravaggio, dal nome del suo paese natale, piccolo comune della bergamasca, il pittore della luce e del buio..

Cazzullo, insieme alla sua equipe, insegue le vicende degli gli ultimi giorni dell’artista, cercando di districare gli avvenimenti mai chiariti, per quello che resta uno dei casi più dibattuti della storia dell’arte.

"Per sciogliere il nodo della sua morte, è necessario dipanare il filo della sua vita, un’esistenza che oscilla tra genio e follia", spiega il giornalista e scrittore. E lo fa andando a cercare indizi nei suoi quadri, che sono un’autobiografia non scritta ma dipinta, e che costituiscono alcuni dei capolavori più importanti dell’arte occidentale.

A passare in rassegna sono il ciclo di San Matteo, l’Autoritratto in veste di Bacco, il Davide e Golia, Giuditta e Oloferne, e La conversione di San Paolo.

Protagonisti del viaggio sono come sempre i luoghi, esplorati dagli inviati nella storia, Claudia Benassi e Raffaele di Placido. Centrale è la distesa di sabbia di Feniglia, in provincia di Grosseto, dove fu ritrovato il corpo senza vita di Caravaggio.

Qui, nella lingua di terra che collega l’Argentario e Ansedonia, il pittore cercò rifugio dalla giustizia che lo perseguitava, in fuga dalla prigione di Malta.

Non trovò la salvezza bensì la morte, sopraggiunta a causa dell’ambiente insalubre che gli fu fatale. Secoli dopo, il territorio ricorda la figura dell’artista: è a Porto Ercole che sono conservate le spoglie di Caravaggio, accanto al monumento che celebra l’immortale artista.

La storia di Merisi è segnata anche dalla Roma dei cardinali, dei mecenati, dei collezionisti, così come da Milano e dal Sacro Monte di Varallo, un luogo incredibile che suggestionò il suo immaginario e la sua pittura.

Vi è poi la seconda vita di Caravaggio, quella dell’esilio e della fuga al Sud per evitare la condanna in seguito all’omicidio: a Napoli e a Siracusa, dove ha lasciato tracce meravigliose del suo passaggio.

Ospiti della puntata lo scrittore e magistrato Giancarlo De Cataldo, la direttrice della Galleria Borghese di Roma Francesca Cappelletti e la storica dell’arte Rossella Vodret.