NICCOLO' GRAMIGNI
Cronaca

Carcere di Prato, la denuncia: “Personale sanitario costretto a lavorare a temperature sopra i 35 gradi”

Continuano i problemi all'interno della struttura. Il Nursing denuncia "un guasto ormai cronico all’impianto di condizionamento”

Il carcere della Dogaia

Il carcere della Dogaia

Prato, 8 agosto – Continuano le polemiche sul carcere di Prato. Secondo il Nursind, a proposito del lavoro degli infermieri all'interno del carcere della Dogaia, "a causa di un guasto ormai cronico all'impianto di condizionamento, infatti, il personale sanitario in servizio presso la casa circondariale pratese è costretto a lavorare in ambienti dove le temperature spesso superano i 35 gradi". "Una situazione intollerabile - spiega il segretario territoriale Roberto Cesario - con conseguenze rischiose sia per la salute degli infermieri che per le loro prestazioni lavorative: in alcuni casi, infatti, si sono segnalati malesseri tra il personale in servizio". "Ci viene inoltre segnalato che gli stessi farmaci conservati in questi ambienti superano le temperature previste dalle case farmaceutiche e risultano quindi essere alterati", prosegue. Nelle scorse settimane, si spiega in una nota, la segreteria di Prato del sindacato delle professioni infermieristiche ha segnalato con una lettera queste problematiche. "Siamo in attesa di risposte concrete e a breve termine - conclude Cesario - altrimenti ci vedremo costretti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie. Dopo una lunga diatriba col ministero della Giustizia, l'Asl è intervenuta installando dei condizionatori portatili in alcuni dei locali dove lavorano gli infermieri, ma è del tutto evidente che si tratta di soluzioni tampone che non risolvono il problema. Nel padiglione di massima sicurezza e in quello dei collaboratori di giustizia, dove si trovano spesso a operare i nostri colleghi, la situazione è drammatica e si registrano temperature indegne di strutture di un paese civile". In riferimento al suicidio avvenuto ieri è uscito Donato Nolè, coordinatore nazionale della polizia penitenziaria per la funzione pubblica Cgil: “E' il tragico risultato di una politica miope da parte dell'amministrazione penitenziaria. Da anni denunciamo alle autorità competenti la grave situazione della casa circondariale di Prato – ha affermato -. Negli ultimi due le nostre segnalazioni sono rimaste inascoltate. Non sappiamo più come esprimere il nostro allarme".