ROBERTO DAVIDE PAPINI
Cronaca

“Il carcere di Sollicciano va demolito. Un set dell’orrore”

L’associazione ’Nessuno tocchi Caino’ è entrata nella prigione fiorentina. Il segretario D’Elia: "Sembra di essere sul set di un film apocalittico"

Firenze, 28 aprile 2024 – «A volte c’è chi dice che un detenuto è irredimibile, irrecuperabile. Nel caso di Sollicciano è la struttura detentiva a essere irredimibile, non si può riformare, va chiusa".

Sergio D’Elia, segretario dell’associazione “Nessuno tocchi Caino“ commenta così la situazione del carcere fiorentino al termine della visita di ieri assieme a Massimiliano Chiuchiolo dell’Osservatorio nazionale dell’Unione camere penali.

"L’impressione nel momento in cui si varca il cancello è quello di un edificio colpito da eventi catastrofici, sembra di essere sul set di un film apocalittico - dice D’Elia -, e definire la struttura fatiscente è poco. Già nei corridoi, prima ancora che nelle celle ci sono infiltrazioni di muffa e acqua".

Il giro di ispezione tocca diversi reparti: dopo le prime due celle, però, un componente della delegazione, sotto choc, ha chiesto di poter tornare indietro, interrompendo la sua visita. "Abbiamo visitato il reparto transito-isolamento: otto detenuti che stavano nelle celle collocate nella parte più infima, la più soggetta a degrado, infiltrazioni, umido, condizioni di abbandono. Dove ci sono gli ultimi degli ultimi".

La delegazione è poi andata nel reparto accoglienza-nuovi giunti, "dove in realtà ci sono casi psichiatrici, una piccola parte di quelli presenti nelle varie sezioni. La stragrande maggioranza della popolazione detenuta – continua D’Elia - è dentro per reati legati all’abuso di sostanze e chi ha dipendenze da sostanza spesso ha gravi problemi mentali".

Non va meglio al centro clinico: "Ci sono cimici e scarafaggi, è una struttura che fa acqua da tutte le parti". Elisabetta Zamparutti, tesoriera di “Nessuno tocchi Caino“ aggiunge: "Ci sono detenuti con malattie incompatibili con il carcere, ma non avendo posti dove andare restano lì per anni".

Nella settima sezione "c’è un ambiente tutto nerofumo perché sono stati bruciati materassi". Poi, cosa non secondaria, c’è il sovraffollamento: "Ci sono 554 detenuti, rispetto ai 414 posti effettivi, perché 83 celle sono inagibili - spiega Zamparutti - con un sovraffollamento del 133%. Gli agenti della Polizia penitenziaria dovrebbero essere 566, ma in effetti sono 426". La soluzione? "Chiudere Sollicciano", dicono D’Elia e Zamparutti.