David Allegranti
Cronaca

Carcere, ricorso accolto: “L’acqua calda in cella è un diritto: adeguarsi”

La richiesta di un detenuto era stata respinta, ora l’appello gli dà ragione. “L’erogazione è nel regolamento dell’ordinamento penitenziario. L’amministrazione ha 90 giorni di tempo per provvedere”

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Il ricorso era stato presentato con l’associazione L’Altro Diritto

Firenze, 12 ottobre 2024 – L’acqua calda nelle celle ci deve essere e non è una richiesta che può essere avanzata solo negli alberghi. È un fatto “notorio” che le cimici da letto siano presenti nel carcere di Sollicciano. Le infiltrazioni piovane anche all’interno delle celle, “con caduta di residui di intonaco sui letti” si protraggono da anni. Insomma aveva ragione quel detenuto che aveva presentato, attraverso l’associazione L’Altro Diritto, un ricorso ex 35-bis dell’ordinamento penitenziario in materia di diritti al tribunale di sorveglianza di Firenze.

Lo scrive, nero su bianco, in un’ordinanza, il presidente del Tribunale, Marcello Bortolato, che accoglie in toto il reclamo - presentato sempre attraverso L’Altro Diritto - dopo che un magistrato di Sorveglianza dello stesso ufficio, Claudio Caretto, aveva respinto le sue richieste. “Con riferimento alla mancanza di acqua calda nel lavandino che si trova all’interno delle camere detentive, ritiene questo magistrato che la fornitura di acqua calda all’interno della cella non sia un diritto essenziale garantito al detenuto, ma una fornitura che si può pretendere solo in strutture alberghiere” aveva scritto Caretto. “Pur tralasciando l’espressione usata nel provvedimento impugnato con l’immotivato riferimento al trattamento ‘alberghiero’, giustamente apparsa irridente ed avulsa da un contesto giuridico, nel merito la decisione è errata” scrive il presidente del Tribunale nella sua ordinanza. “La previsione di acqua corrente ‘calda e fredda’ è infatti contenuta” nel Regolamento dell’Ordinamento Penitenziario e addirittura la norma prevede la realizzazione della doccia in ogni camera, pur dilazionandone l’effettuazione nei 5 anni (peraltro abbondantemente decorsi). La mancata fornitura di acqua calda nella cella costituisce indiscutibilmente quell’inosservanza da parte dell’amministrazione di una norma del regolamento”. Quanto al resto, “le condizioni del carcere cittadino sono ormai ben note a questo Tribunale e possono definirsi severamente critiche. Tale circostanza è stata oggetto di plurimi e ripetuti accertamenti in primo luogo da parte dell’autorità sanitaria locale che” nei verbali delle visite effettuate, “danno atto di una situazione ormai cronicizzatasi di evidenti carenze igienico-sanitarie e manutentive desumibili dalle tracce evidenti di infiltrazioni in molte zone di uso comune e all’interno delle sezioni, con formazione di raccolte di acqua a terra e distacchi di intonaco su pareti e soffitti”.

In un recente accesso all’infermeria, a luglio, il direttore della struttura complessa Ufc Igiene Pubblica ha potuto inoltre constatare “un importante aumento di segnalazioni di morsicature da cimici dei letti da parte della popolazione detenuta”. Nell’ordinanza, Bortolato segnala “anche la presenza di numerosi volatili alimentati con avanzi di cibo - fatti avvicinare ai terrazzi delle camere dai detenuti - possibili vettori di zecche”. Con questa ordinanza dunque il Tribunale di Sorveglianza accoglie il reclamo e ordina all’amministrazione penitenziaria entro 90 giorni dalla comunicazione dell’ordinanza “l’immediata ripresa degli interventi già programmati di efficientamento energetico e sostituzione degli infissi, di manutenzione straordinaria delle coperture e delle facciate…”, di dotare la camera di pernottamento del ristretto “di acqua calda in conformità”.