Caso Sollicciano, Giani: “Lo Stato deve darsi da fare”

Il governatore dopo la rivolta nel carcere fiorentino: “La Regione ha approvato una delibera per 320mila euro di interventi culturali e altrettanti per quelli sanitari nelle carceri, però qui è lo Stato che deve intervenire”

Firenze, protesta dei detenuti del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

Firenze, protesta dei detenuti del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

Firenze, 5 luglio 2024 – Si è tolto la vita a vent’anni dentro il carcere di Sollicciano dove era recluso. Una tragedia che ieri ha fatto scoppiare una rivolta nelle celle del penitenziario. Un grido di aiuto che fa emergere ancora una volta le “condizioni disumane” del carcere.

Sul caso è intervenuto il presidente della Regione Toscana, Giani: "Noi cerchiamo di dare una mano, proprio lunedì abbiamo approvato una delibera per 320mila euro di interventi culturali nelle carceri, ne abbiamo altrettanto spesi per gli interventi sanitari però qui è lo Stato che deve darsi da fare. Non si può vivere con carceri che portano a un suicidio un ragazzo di 20 anni e alla protesta di più di 80 detenuti - ha aggiunto Giani – . Siamo la Regione che già dal 1786 abolì la pena di morte, la tortura, l'esproprio dei beni ai carcerati. Ne abbiamo sempre fatto un elemento distintivo e vogliamo continuare così”. Sulle carceri, ha concluso Giani, “la Regione ci mette impegno ma chi le gestisce direttamente, ovvero lo Stato, deve fare fino in fondo la sua parte”.