L’inchiesta infinita sui concorsi a Careggi, è costata il posto al direttore generale Rocco Damone. Il governatore Eugenio Giani gli ha revocato l’incarico, con un provvedimento recapitato via pec nel cuore della notte scorsa.
"Il rapporto fiduciario a fondamento della nomina del dottor Damone è venuto meno", si legge nell’atto che fa riferimento all’ultima ordinanza con cui il tribunale del Riesame ha applicato una misura interdittiva (al momento congelata fino al prossimo passaggio in Cassazione) al dg dell’azienda ospedaliero universitaria. Damone, indagato per corruzione nell’ambito di alcune procedure concorsuali, avrebbe, secondo Giani, "asservito la propria funzione pubblica ad interessi diversi da quelli connessi all’incarico affidatogli, inserendosi nel sistema degli incarichi universitari frutto di contrattazione tra i rappresentanti dei vari dipartimenti".
Ma il licenziamento, anche se già effettivo (Damone è tornato a disposizione dell’azienda ospedaliera universitaria di Pisa, dov’era in congedo dal 2005 da direttore di una struttura medica complessa), è già stato impugnato e si prefigura all’orizzonte una robusta battaglia legale. Su più fronti. Gli avvocati Eugenio Pelosi ed Irene Lenzi si erano già mossi contestualmente alla comunicazione di avvio della procedura di revoca. Adesso, hanno presentato un nuovo ricorso al tribunale del lavoro, che sarà discusso alla metà di aprile. "Prendiamo atto di un provvedimento illegittimo che segue una procedura altrettanto illegittima", commenta l’avvocato Pelosi, che fa notare che Damone, indagato dalla procura fiorentina, "lo era già quando è stato confermato", nel febbraio del 2021. C’è poi il fronte penale. L’ordinanza del Riesame dello scorso febbraio giunge al culmine di un braccio di ferro iniziato nel 2019, con la prima iscrizione sul registro degli indagati del dg di Careggi, e proseguito con le richieste dei pm Tescaroli e Nastasi. Prima il gip e per due volte il Riesame, avevano detto no allo stop a Damone. Ma dopo l’ultima Cassazione favorevole alla procura, il procedimento ha virato in peggio per l’indagato. L’inchiesta per corruzione ha attivato anche l’Anac, che lo scorso 30 novembre ha avviato la sua procedura di vigilanza.
Attenzione, perché in una situazione analoga a quella di Damone si trova anche il suo omologo del Meyer, Alberto Zanobini, nei cui confronti pende una richiesta di misura interdittiva per un altro dei filoni della "cattedropoli" fiorentina. Intanto va avanti la successione a Careggi. Il governatore Eugenio Giani aveva già deciso, come anticipato da La Nazione, che alla guida dell’azienda ospedaliero universitaria sarebbe andata Daniela Matarrese. Lei, che con un comando stava lavorando da un anno in assessorato regionale, da responsabile dell’assistenza sanitaria territoriale. Arriva dall’Asl Toscana centro dove dal 2019 era direttrice della Rete ospedaliera (con tredici presidi).
Il processo di nomina va avanti, ma dovrà prima passare da commissario. A tal proposito Giani ha già inviato le carte alla rettrice dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci per la condivisione del parere che successivamente passerà al vaglio del consiglio regionale. Sino al momento della nomina alla guida di Careggi come dg facente funzioni ci sarà la direttrice sanitaria Teresa Mechi. Damone, decisamente provato da lunghe giornate appese a un flo, tra boatos e smentite, è già tornato a Pisa. Ieri ha inviato una lettera per ringraziare tutti i dipendenti. Nessuna parola sul procedimento, ma tanta amarezza. "Sono molto dispiaciuto, ma non è certamente questo il momento per altre considerazioni, che avrò modo di esprimere in altra sede – scrive – Tengo invece molto a fare arrivare a tutte e tutti voi il mio più sincero ringraziamento per questi anni trascorsi insieme". Parla degli anni difficili della pandemia, quando "ci siamo misurati con la paura dell’ignoto" e "con il coraggio di affrontarla con tutte le nostre forze", "per le persone che a noi si affidavano". "Ne siamo usciti un po’ ammaccati ma con lo sguardo fiero di chi ha cercato di imparare qualcosa. Con questa esperienza abbiamo anche provato a disegnare un futuro possibile per Careggi". "Il mio ringraziamento non è dunque solo doverosa riconoscenza ma soprattutto orgoglio, per essere stato alla guida di una bellissima e grande squadra".
Stefano Brogioni
Ilaria Ulivelli