Leonardo Biagiotti Stefano Brogioni
Cronaca

Carico del carburante in 25 minuti, dallo spaccafiamma ai vapori. “Ecco la procedura anti rischi”

Ex autista che per anni ha lavorato a Calenzano spiega tutti i passaggi per riempire le autocisterne. “Molto importante scaricare a terra l’energia elettrostatica. Prima di ripartire qualche metro in folle”

Firenze, 10 dicembre 2024 – Venticinque minuti in tutto, sotto la pensilina e monitorati dalla sala di controllo che si trova lì davanti. L’operazione di carico del carburante o altri prodotti al deposito Eni di Calenzano è scandita da una procedura precisa fatta di tanti passaggi che hanno l’obiettivo unico, almeno in teoria, di far svolgere tutto in sicurezza. Nicola Esposito, 76 anni, residente a Prato, ha lavorato come autista di cisterne per 21 anni, dal 1985 al 2013, e nel deposito Eni caricava spesso. Quei passaggi tecnico-burocratici a Calenzano li ha fatti centinaia di volte e ora li racconta per far capire cosa hanno fatto, anche ieri, gli autisti che sono entrati dentro. Autisti come Vincenzo Martinelli, prima vittima accertata del disastro.

“Quando un autista arriva al deposito si ferma nel piazzale esterno – spiega Esposito – Subito dopo si dirige al punto prenotazione viaggi, dove inserisce un badge ricevendo il numero di entrata, l’assegnazione della corsia di carico e le informazioni su quanti litri di prodotto deve caricare. Con il dettaglio completo del lavoro torna poi sulla sua autobotte e si dirige all’ingresso dell’impianto”.

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Lì c’è una sbarra che separa la parte esterna da quella interna. Si inserisce di nuovo il badge per lasciare traccia dell’ingresso. Tutto è monitorato da telecamere, quindi ogni ingresso è registrato anche così.

“In questa fase ogni autista applica lo spaccafiamma – continua Esposito – per evitare appunto di correre rischi all’interno. Una volta dentro ci si sistema nella postazione di attesa vicino alle pensiline di carico, a non più di 50 metri. In questo spazio non ci sono mai più di 3-4 autocisterne. Quando la propria corsia è libera ci si dirige in postazione e cominciano le operazioni di carico”.

Per avviare la procedura si inserisce di nuovo il badge in un lettore, mentre l’autista deve fare passaggi ben precisi: “Prima di tutto si spenge il motore, poi si scende indossando casco, guanti ignifughi e ovviamente le scarpe antinfortuni. Soprattutto bisogna scaricare l’energia elettrostatica a terra per evitare scintille, attaccando una pinza in un punto preciso del mezzo. Subito dopo si apre il cassettone di carico e si attacca il tubo di recupero vapori per scaricarli fuori dalla cisterna. Tubo che resta attaccato fino al termine delle operazioni”.

A quel punto si attaccano i bracci meccanici per il carico, in automatico, dei prodotti sulla cisterna.

Al termine l’autista stacca tutto, richiude il portellone e si prepara a ripartire. “Ma non si mette subito in modo – chiude Esposito – Si fanno 10-15 metri in folle sfruttando la pendenza dell’asfalto sotto la pensilina, così da allontanarsi un po’. Solo successivamente si riavvia la cisterna e si esce dal deposito”.

L’ex autista ieri mattina si è precipitato a Calenzano quando ha saputo cosa era successo: “Volevo essere lì, perché ho ancora amici autisti che caricano nel deposito di Calenzano, ma non si vedeva molto”.​​​​​​ Un altro conducente di autocisterna, collega di una delle vittime, che ci ha chiesto di restare anonimo, aveva fatto rifornimento la mattina presto ed era partito alla volta di Bologna per la sua consegna. Era per strada, di ritorno verso Calenzano per un altro carico, quando ha saputo della tragedia.

Sono vivo per miracolo, avrei potuto esserci io lì”, commenta tra una telefonata e l’altra con altri colleghi trasportatori come lui, “sopravvissuti“ all’esplosione.

“Quando si aspetta la fine del carico dobbiamo sostare in prossimità dei nostri mezzi - spiega -. Ci sono alcune cose proibite dalla procedura, come ad esempio usare il telefonino, che potrebbe generare carica elettromagnetica, per questo ci viene imposto di lasciarlo a bordo del mezzo. Dalla sala controllo personale sorveglia su queste procedure”. Ieri mattina, l’autotrasportatore aveva preso servizio alle quattro. Era arrivato al deposito Eni con la propria macchina, era salito sull’autocisterna, ha fatto il pieno ed è partito per la sua consegna. “La mia macchina è rimasta al parcheggio. Non so in che condizioni sia”.

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