Firenze, 12 gennaio 2023 - A preoccupare maggiormente gli imprenditori fiorentini sono i rincari, soprattutto quelli dell’energia, e l’inflazione. Secondo il 65,5 per cento delle imprese il caro-bolletta e carburante rappresenta la principale minaccia alla stabilità aziendale, subito dopo le spinte inflazionistiche per il 47,7 per cento degli intervistati. Sono i dati emersi a seguito di un’indagine condotta da Cna Firenze in merito agli scenari economici fiorentini che si prospettano per il 2023. D’altra parte il nuovo anno si apre proprio con i rincari. Il taglio delle accise sui carburanti è scaduto il 31 dicembre 2022 e per questo dal primo gennaio scorso la benzina è aumentata di circa diciotto centesimi, scatenando la rabbia degli automobilisti. E non solo. Per la Cna, la fine degli sconti sull’accisa e l’incremento dei pedaggi autostradali incideranno sulle casse delle imprese di trasporto per 10.300 euro in più l’anno per ogni veicolo pesante. "Criticità accertate, e già sanzionate dall’Autorità di regolazione dei trasporti, continuano a determinare gravi danni all’economia, soprattutto alle imprese di trasporto, a causa dei maggiori tempi di percorrenza che si riverberano inesorabilmente sui costi di gestione e sulla qualità della vita – dice Mariano Gagliano, presidente del trasporto merci di Cna Firenze –. Una situazione insostenibile che, nell’immediato, richiede perlomeno un intervento in grado di riportare il prezzo del gasolio alla pompa al livello medio europeo".
Inoltre, secondo Istat, i "prezzi all’ingrosso del gas hanno ripreso a salire nella seconda parte di novembre e, pur restando lontani dai picchi del terzo trimestre, rendono incerte le prospettive di un raffreddamento a breve termine dell’alta inflazione registrata".
In buona sostanza, ci si attende un 2023 in cui il costo dell’energia peserà ancora sulle tasche delle famiglie così come i trasporti e i prodotti alimentari, con un aggravio complessivo che le associazioni dei consumatori stimano attorno ai 2.700 euro l’anno. Di queste, circa 700 euro in più dovranno essere sostenute dai fiorentini solo per acquistare i generi di prima necessità da mettere sulla tavola: pane , latte, verdure, carne e formaggi. Un quadro di grande incertezza al quale gli imprenditori cercheranno di rispondere con prudenza e cautela: secondo Cna Firenze, quasi il 40 per cento ridurrà gli investimenti e quasi il 30 per cento prevede un calo di fatturato.
Al contempo, l’occupazione sembra tenere: il 66,5% degli intervistati indica stabilità degli organici, il 21 per cento una diminuzione del personale e il 12,5 per cento un incremento. "La sforbiciata agli investimenti costit uisce un campanello d’allarme per la competitività delle imprese. A maggior ragione perché connessa a un’impennata dei tassi bancari prodotta non da una crescita economica, ma da forti innalzamenti dell’inflazione. Il governo deve potenziare tutti gli strumenti che possano incentivare l’innovazione e il rafforzamento del patrimonio produttivo e accelerare gli investimenti previsti dal Pnrr" sottolinea Giacomo Cioni, presidente Cna Firenze Metropolitana. Infatti, per ben il 41,8 per cento degli imprenditori intervistati, la mancata attuazione degli investimenti del Pnrr è tra le preoccupazioni maggiori. "Le bollette sono triplicate così come le materie prime. Noi usiamo salviettine, guanti, materiale usa e getta che sta diventando introvabile. Quindi ai prezzi alle stelle si aggiunge la difficoltà di approvvigionamento. Dal governo ci aspettiamo un alleggerimento del carico fiscale" sottolinea Stefania Ferroni del centro estetico Damar di via Masaccio.
«L’inflazione rischia di mettere in ginocchio l’economia. Le materie prime sono alle stelle e difficili da reperire. Per non parlare delle difficoltà di accesso al credito" aggiunge Massimiliano Martelli di Ima srl Freni, l’azienda che produce freni dal 1966. "Bisogna interve nire velocemente – conclude – altrimenti è a rischio la tenuta dell’intero sistema imprenditoriale del nostro Paese".