Firenze, 27 dicembre 2015 - TIRA una brutta aria. Natale che sembra Pasqua, col giubbino al posto del cappotto. Nebbia a Peretola che sembra di essere in Val Padana. Smog da inquinanti che gira sulle nostre teste e che si fa? Si aspetta che la città diventi ecogreen mentre tosse e raffreddore da polveri sottili aumentano facendo gli scongiuri per malattie più gravi. Un tempo non troppo lontano (10-15 anni fa) Firenze era ostaggio dei blocchi del traffico. Si guardava all’ora di pranzo se le luci dei viali si accendevano per l’allerta targhe alterne. E quanti vigili erano schierati in piazze e viali per il controllo delle auto. C’era chi cambiava l’auto perché l’euro 0 non circolava. Sembrava l’untore atmosferico. Da un po’ di anni tutto azzerato, blocchi compresi. E’ vero le normative sono cambiate, ma lo smog è rimasto più o meno lo stesso perché la città ecogreen (con riscaldamenti virtuosi, veicoli elettrici etc) è ancora molto nelle intenzioni e poco in campo. Allora non ci si può nascondere dietro un cavillo, uno sforamento in più o in meno, una centralina guasta o una seminascosta in un giardino. Bisogna dire chiaramente: «Auto a casa, facciamo respirare la città e l’area metropolitana». Potrebbero bastare tredici sforamenti, come quelli certificati in questo dicembre anomalo, per dire stop? Certo. O vogliamo continuare a tossire e a starnutire dando la colpa alla maglietta della salute non indossata nascondendo le polveri sottili sotto il tappeto? Buona domenica.
CronacaStop alla libertà di smog