"Trovo assolutamente abominevole che 3.000 docenti universitari chiedano, alla fine del loro appello per il cessate il fuoco a Gaza, l’interruzione da parte degli atenei italiani dei rapporti scientifici con le università israeliane. Che in nome di una ‘presunta’ umanità di comportamento si voglia colpire una comunità culturale e scientifica per il loro fatto di essere di Israele e quindi ebrea". Lo sostiene in una nota Marco Carrai (foto), console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. Tenuto conto che in Italia ci sono 64.070 docenti, i 3.000 firmatari della petizione, sempre ammesso che siano tutti strutturati, costituiscono meno del 5 percento del corpo accademico, ma per il console è il segnale di un clima di odio che non accenna a diminuire per un conflitto, sì divisivo, ma che in questo attuale frangente ha avuto un inizio chiaro. Mentre una petizione di segno opposto ha raccolto su Change.org oltre 2.300 adesioni, Carrai insiste: "A questi docenti universitari andrebbe raccontato cosa succedeva e succede a Gaza sotto il ferreo dominio di un’organizzazione terroristica e riconosciuta tale dall’Unione Europea e dall’Italia. Chiedo al ministro dell’Università di intervenire con forza al fine di bloccare questi rigurgiti antisemiti, orgoglioso che, anche su mia iniziativa, a Firenze aprirà la Tel Aviv University".
"Siamo ormai in un mondo al rovescio - aggiunge poi il console - dove una guida turistica attiva anche nei licei fiorentini, che denuncerò per apologia di terrorismo, ha postato su Fb (messaggio ieri sera ancora online. Ndr) che “Se un giorno uno di questi bambini (di Gaza) mettesse una bomba di fronte a qualche scuola ebraica, voi lo giudichereste male? Odio semina odio e basta“. Si comincia così a si arriva all’ideologia anti ebraica che ha portato al nazismo. Lo storia si ripete sempre". Un’eventualità da condannare comunque la si pensi.
A tale proposito va registrato lo scambio dialettico fra Barbara Gagliardi, presidente dell’associazione di amicizia italo-palestinese, e il presidente della Comunità ebraica, Enrico Fink. Criticando la presa di posizione dell’associazione filopalestinese troppo distante dalla condanna del "pogrom" del 7 ottobre, Fink invita l’interlocutrice a unirsi " a noi e a quanti come la Comunità Ebraica di Firenze da sempre si adopera per la diffusione della cultura del dialogo, della fratellanza, della pace".
Duccio Moschella