Sembra tramontare l’ipotesi di un Centro di accoglienza straordinaria all’interno dell’ex hotel Monte Morello, zona Ceppeto, che era emersa in estate. Una conferma ufficiale dello stop definitivo al momento non c’è ma, dopo il sopralluogo del 14 agosto scorso in cui la possibilità era stata in qualche modo ‘congelata’ in attesa di ulteriori verifiche ed approfondimenti tecnici, non si è più avuta alcuna notizia del progetto.
Una indicazione in questo senso arriva anche dal primo cittadino Lorenzo Falchi in risposta ad una interrogazione a risposta scritta, sulla vicenda, presentata dal consigliere di Italia Viva Gabriele Toccafondi. In particolare, il sindaco informa di essere stato raggiunto, nei mesi scorsi, da una telefonata della Prefettura di Firenze nella quale si informava dell’intenzione di attivare un Cas in area collinare, su Monte Morello.
In quell’occasione Falchi dice di avere manifestato piena disponibilità ad approfondire il progetto di accoglienza della Prefettura "anche per quanto eventualmente sarebbe potuto essere di competenza comunale".
Dopo il contatto telefonico, però, non sono seguiti incontri o confronti ad eccezione del sopralluogo di agosto che non pare avere avuto sviluppi. La Prefettura, intanto, conferma che nella sede di Morello non sono previsti a breve arrivi né l’apertura della struttura con funzioni di centro di accoglienza. Le perplessità emerse a proposito dell’ex hotel, immediatamente fatte presenti dai rappresentanti del Consorzio privato Cogemo che gestisce l’acquedotto in zona, erano legate soprattutto alle difficoltà di approvvigionamento idrico.
Già nei mesi estivi, infatti, in zona ci sono notevoli difficoltà a garantire la fornitura dell’acqua alle 150 famiglie residenti, sarebbe praticamente impossibile dunque, per il consorzio, garantire il servizio in caso di incremento considerevole della richiesta, con un aumento improvviso del 30% dell’utenza, visto che l’ipotesi per il Cas era di una ‘capienza’ di 80 ospiti. Durante il sopralluogo di agosto il rappresentante di Ospita srl (che avrebbe dovuto gestire il centro) aveva proposto come risoluzione del problema la messa in opera di tre autoclavi per fornire il quantitativo giornaliero d’acqua ma sul punto non c’è mai stata, almeno in via ufficiale e pubblica, una risposta. Intanto per un Cas in forse un altro sta invece per riaprire.
Sempre in risposta all’interrogazione di Toccafondi infatti il sindaco Falchi scrive che la conclusione dei lavori di bonifica amianto e di adeguamento impiantistico e ridistribuzione degli spazi interni in corso nella sede del Cas di via del Risorgimento si concluderanno entro l’ultima settimana di ottobre, con rientro degli ospiti nei primi giorni di novembre dopo le pulizie e il riallestimento degli arredi.