Carlo Casini
Cronaca

Casa, il dramma di una famiglia. "Siamo sette e viviamo in tre vani"

Succede nelle abitazioni popolari in zona Pontignale a una coppia di trentenni con quattro figli e un nonno. "Siamo fiorentini che lavorano e pagano le tasse. Da anni chiediamo un cambio, ma nessuno ci ascolta"

La famiglia numerosa che abita in 57 metri quadri nelle case popolari di via del Pantano a Pontignale (foto Gianluca Moggi/New Press Photo)

Firenze, 19 luglio 2024 – In sette in appena 57 metri quadri, per di più dovendo combattere contro muffe, mattonelle sconquassate, porte bloccate, insetti che escono dalle crepe. Accade nelle case popolari di via del Pantano, a Pontignale – periferia di frontiera tra il confine comunale con Scandicci e gli svincoli autostradali – a una giovane coppia italiana, dipendente pubblica lei e operaio pellettiere lui, di quelle cui plaudirebbe il governo: trent’anni appena e già quattro figli, cui si aggiunge anche il nonno.

"Viviamo in tre vani, in camera nostra dormiamo con il più piccolo e con la brutta stagione sul soffitto si formano muffe: siamo all’ultimo piano e probabilmente ci sono infiltrazioni": mostra Valentina Minutoli nella matrimoniale che condivide con il marito Giovanni, dove è incastrato anche un lettino. "Hanno usato materiali di scarsa qualità": continua; e infatti le mattonelle si crepano e traballano, le porte si chiudono male, quella del bagno non si chiude proprio. "Escono insetti da quelle crepe, disinfestiamo, spariscono per poco, poi ritornano". Nella stanza dove dormono gli altri tre bimbi è pure peggio: "Si formano ragnatele di muffe verdi, le leviamo quotidianamente, ma ricrescono. L’angolo peggiore è proprio sopra il letto a castello. Dietro gli armadi è pure peggio. Infatti uno dei bambini soffre di bronchite cronica".

Il problema principale è la mancanza di spazio vitale: "Ogni giorno per pranzare apri e chiudi la tavola, per dormire il divano, i bambini non hanno spazio per studiare e giocare". Perché in sette, tanto per fare degli esempi, quotidianamente va via un litro di latte, un chilo di pasta, un cesto di frutta. "Non bastano le dispense, mettici poi che uno di noi è celiaco e deve avere un armadietto separato. E d’inverno ci vogliono due stendini per asciugare i panni. Nel 2013 quando siamo arrivati avevamo un solo figlio, poi sono nati gli altri e le necessità sono mutate; la casa era nuova, ma già dopo due anni si sono manifestati i primi problemi. Da anni scriviamo a Casa spa, Comune, Asl, ma nessuno interviene": continua Valentina.

"Siamo iscritti alla mobilità dal 2017. A settembre avevamo trovato uno scambio con una signora sola che voleva una casa più piccola, ma appena ha visto la nostra è scappata. Un’altra neanche è venuta quando ha saputo che stiamo così in periferia. Però gente che cerca scambi ce ne sarebbe, basta vedere sul gruppo Facebook ‘Cambio consensuale casa popolare Firenze’".

"Siamo italiani che lavorano e pagano le tasse, ma il sistema chi agevola? Lasciano sfitte le case perché non hanno soldi per la manutenzione, poi finisce che le occupano. Dobbiamo continuare a vivere così? Paghiamo regolarmente l’affitto, 300 euro al mese, certo è un costo agevolato, ma paghiamo. Il sistema è fallito. L’assessora Albanese a marzo ci promise una soluzione, ma ora la giunta è cambiata, dovremmo riniziare tutto da capo? Il nuovo assessore può venire una settimana ospite da noi per accorgersi in prima persona che così non va".