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CasaPound, sede in bilico C’è troppa tensione E i residenti chiedono di fare i bagagli

Il caso all’ordine del giorno nell’ultima riunione svolta nella palazzina. Crescono gli episodi di protesta fra le strade del quartiere. Ieri nuove scritte e un tentativo di blitz nei locali di via de’ Vanni .

CasaPound, sede in bilico C’è troppa tensione E i residenti chiedono di fare i bagagli

Troppa tensione nel quartiere e addio pace sotto alle finestre. Per questo il caso della sede fiorentina di CasaPound in via de’ Vanni, a pochi passi da ponte alla Vittoria, è stato messo all’ordine del giorno nell’assemblea condominiale della palazzina nel fondo della quale, da novembre, il centro L’Indomabile ha aperto i battenti in affitto. L’ultima riunione dei condomini, a fine marzo, ha discusso dell’opportunità di continuare ad ospitare nei locali con affaccio strada la sede del movimento di ultradestra.

Il motivo? I problemi di vivibilità e regolare accesso agli spazi condominiali che la presenza della sede aperta dal movimento, provoca nello stabile diventato da cinque mesi l’obiettivo di molte azioni di protesta da parte della galassia dell’ultrasinistra. L’ultimo episodio si è verificato proprio ieri, in occasione del 25 aprile, quando un piccolo gruppo di persone, dopo le 12, ha tentato un blitz all’interno dei locali, in quel momento chiusi. Sul posto sono arrivate le Volanti della Polizia che poi sono rimaste per alcune ore a presidio dell’immobile.

La notte prima, invece, sul muro dell’area di servizio di via del Sansovino, a 300 metri, è comparsa la scritta ’Chiudiamo CasaPound’ poi coperta con una nuova firma: stavolta una croce celtica. I nervi perennemente tesi nel quartiere hanno contribuito a far salire la preoccupazione fra gli appartamenti. Nel verbale dell’assemblea sono state citate anche le tensioni registrate nel giorno di apertura della sede a fine novembre con tanto di maxi corteo di protesta fino a piazza Gaddi. Quel giorno fecero la loro comparsa due big dell’estremismo nero come Gianluca Iannone, leader romano di Casapound, e Francesco Pola festeggiati con musica ad alto volume. Ma la soluzione è tutt’altro che semplice.

Il soggetto che fa riferimento a CasaPound, un’associazione culturale, infatti ha stipulato un regolare contratto di affitto con la proprietà del fondo a cui è stata presentata tramite un’agenzia immobiliare. I locali che oggi ospitano Casapound, di proprietà di uno dei condomini, dunque sono regolarmente intestati al movimento di estrema destra. L’unica soluzione per chiedere al centro identitario di CasaPound di chiudere i battenti sarebbe quindi una conciliazione fra il padrone di casa e il movimento di estrema destra.

Un accordo comune che però al momento sembra non essere all’orizzonte. Intanto il 6 maggio Firenze Antifascista ha organizzato un nuovo corteo di protesta per chiedere la chiusura della sede dell’Isolotto. Si tratta, in totale, della quarta manifestazione in cinque mesi dopo quella partita il 22 novembre dai giardini di Santa Rosa fino a piazza Gaddi.

Claudio Capanni