BARBARA BERTI
Cronaca

Case e botteghe artigiane: "Il volto intimo di Firenze"

Il nuovo libro di Livia Frescobaldi racchiude una "topografia sentimentale"

Il nuovo libro di Livia Frescobaldi racchiude una "topografia sentimentale"

Il nuovo libro di Livia Frescobaldi racchiude una "topografia sentimentale"

"Racconto la storia fiorentina attraverso alcuni luoghi per me speciali, perché intimamente legati alla mia vita. Al tempo stesso è un omaggio alla sapienza artigiana perché si parla sempre le botteghe che chiudono ma non di quelle che con coraggio continuano a portare avanti il mestiere". Così Livia Frescobaldi definisce il suo nuovo libro dal titolo ’Vivere a Firenze. Un racconto tra case e botteghe’ (Marsilio Arte), volume dedicato alla sua città e arricchito dalle fotografie di Alessandro Moggi ed Eugenia Maffei.

Come nasce questo viaggio tra case e botteghe fiorentine?"Volevo raccontare il volto più intimo di Firenze. L’immagine da cartolina è nota ma in pochi sanno cosa c’è dietro a questa vetrina. Ho provato a svelarlo attraverso un binomio tra case e botteghe che permette di scoprire parte dell’identità culturale della mia città. Il viaggio passa attraverso eventi connessi alla mia esperienza personale dove l’autenticità è il filo conduttore. Il lettore è accompagnato a scoprire quella che potremmo definire una ’topografia sentimentale’, riprendendo un termine tratto dalla prefazione del libro di Vernon Lee, ’Genius Loci’".

Da dove è partita?"Dal quartiere di Santo Spirito, nel Palazzo Frescobaldi dove sono nata e cresciuta circondata da botteghe artigiane, tuttora attive. Poi si passa sulle colline limitrofe al centro, in un ex convento francescano dalla metà dell’Ottocento, residenza e ritrovo di cosmopoliti, dove andai a vivere nella mia adolescenza. Quel posto ha cambiato per sempre la mia vita. C’è anche Palazzo Malenchini dove vivo adesso. I rimandi tra vita nelle case e vita nelle botteghe sono continui: sono le mani degli artigiani ad aver creato e a conservare ancora oggi la bellezza che ci rende orgogliosi e ammirati dal resto del mondo. Inoltre ogni dimora mi permette di raccontare anche la storia della città".

Le case che racconta nel libro hanno un elemento in comune?"Sì, non sono state realizzate seguendo la moda del momento. Come diceva Giò Ponti, ’la casa accompagna la nostra vita, essa non deve essere di moda perché non deve passare di moda’. Per il resto ci sono case più fiorentine, altre più cosmopolite. Insomma racconto le varie realtà che ci sono a Firenze cercando di trasmettere l’anima e l’atmosfera che questi posti trasmettono. E in questo mi hanno aiutato molto gli scatti di Alessandro Moggi ed Eugenia Maffei".