
La zona di via Pacini ospiterà un nuovo blocco di case popolari
Case popolari di via Pacini, entro il 2025 l’obiettivo è far partire i lavori. È una determina dell’ufficio Patrimonio del comune, a dare il via a cronoprogramma, col relativo finanziamento per l’opera che costerà 4,5milioni, 3,5 dei quali arriveranno dalla Regione. Secondo la pianificazione economica 800mila euro è la somma che sarà spesa nel 2025 per progettazione e assegnazione lavori. A seguire saranno spalmati gli altri denari fino al pagamento del totale. Le case dovrebbero finire nel ’28, ma ‘le rate’ andranno avanti fino al 2030. In via Pacini le case nasceranno nell’area dove ora si trova lo scheletro di cemento armato di quella che avrebbe dovuto essere una scuola. La struttura sarà completamente abbattuta per ripartire da zero; cosa che per esempio non è stata fatta per il primo blocco di via Pacini, nato proprio su un altro moncone di quell’architettura incompiuta. Alla fine saranno realizzati 13 nuovi alloggi erp.
"L’intervento di via Pacini – ha detto il vicesindaco con delega anche alla Casa, Yuna Kashi Zadeh – rappresenta un passo importante per rispondere al bisogno di alloggi di edilizia residenziale pubblica nella nostra città. Questi nuovi alloggi contribuiscono a garantire il diritto alla casa a tutte le famiglie che vivono un momento di fragilità economica e sociale. Tuttavia, è fondamentale guardare al futuro. É necessario sviluppare nuove strategie per garantire a tutti i cittadini, anche quelli che non rientrano nei criteri per l’ERP, la possibilità di accedere a una casa dignitosa. In questo senso, stiamo lavorando anche alla definizione di un nuovo piano casa che contempli inoltre nuove politiche come la promozione di abitazioni a prezzi calmierati, l’implementazione di progetti di edilizia residenziale sociale, il cohousing".
Su via Pacini, Casa spa ha già inviato la proposta progettuale che ha al suo interno anche la fattibilità tecnico economica. Lo scheletro di cemento armato si trova nel quartiere di Casellina, accanto appunto alle case popolari inaugurate negli scorsi anni e all’asilo nido Bianconiglio. Attualmente non è accessibile; il perimetro è recintato, ma all’interno non ci sono elementi di protezione da cadute. La giunta precedente voleva farne un giardino pubblico, ma in un comune come Scandicci, dove gli sfratti sono all’ordine del giorno, la realizzazione di alloggi popolari serve come l’aria.
Fabrizio Morviducci