Sandro
Rogari
Ma il ruolo chiave potrà averlo solo il governo perché, date le caratteristiche della proprietà, difficilmente la trattativa diretta potrà avere per esito il ripristino delle condizioni pregresse. La soluzione più lineare è il subentro di una proprietà interessata a quella componentistica per auto nella quale la Gkn è versata. Naturalmente, il mercato dell’auto è globale e quindi la soluzione può venire anche da una azienda tedesca o americana. Ma viene spontaneo e immediato pensare alla Fiat, ora inglobata nella Stellantis. Viene spontaneo non solo per omogeneità merceologica che quindi non implica una onerosa conversione industriale, ma anche per la solidarietà nazionale della quale la vecchia Fiat deve pur mantenere traccia. Questa è la via diretta. Anche perché la proprietà attuale della fabbrica potrebbe trovare vantaggiosa tale cessione, in luogo di un vero e proprio smantellamento. E, d’altra parte, la Fiat potrebbe sviluppare sinergie produttive, soprattutto per i modelli in produzione in Italia. La seconda soluzione è rappresentata dalla conversione industriale. È la soluzione Nuovo Pignone 1954 che si convertì alla produzione di turbine sotto l’egida dell’Eni. Per un’operazione del genere, però, è necessario l’intervento diretto della mano pubblica. Ma oggi potrebbe essere solo a tempo e previo parere positivo della Commissione europea, Inoltre, va trovato comunque il recettore finale dell’azienda convertita. La terza soluzione è il riassorbimento della mano d’opera nelle imprese del territorio. Questa è la soluzione peggiore per i lavoratori. È la più straniante. Va tenuta come ultima ratio.