Sesto (Firenze), 9 gennaio 2025 – Il capitolo, doloroso, della tossinfezione da salmonella che ha colpito centinaia di alunni di Comuni serviti per la refezione scolastica da Qualità&Servizi risale ormai a qualche mese fa ma è tutt’altro che concluso. Per il percorso giudiziario già avviato per appurare le responsabilità della vicenda ma anche per altri aspetti che stanno facendo arrabbiare non poco le famiglie degli alunni. Compreso il paradosso di vedersi addebitare il costo dei pasti ‘incriminati’ per l’avvio dell’infezione.
“Mia figlia – racconta ad esempio una mamma, Nassim Haghighatjou – è una alunna di una scuola primaria di Sesto in cui si sono verificati casi di salmonellosi. Nel novembre scorso ho ricevuto l’avviso di pagamento della mensa scolastica relativo ai mesi di settembre ed ottobre. Non essendovi alcun riferimento ai pasti conteggiati lo scorso 18 novembre ho contattato via Pec il Comune chiedendo se l’importo totale comprendesse il computo relativo ai pasti risultati contaminati da salmonella e loro evidenze in merito”.
Pochi giorni dopo la risposta del Comune definita dalla signora addirittura “aberrante”: “Mi è stato scritto – dice infatti – che per l’Amministrazione comunale era estremamente difficile differenziare i pagamenti in relazione agli utilizzatori del servizio di refezione scolastica e che, in quel momento, il Comune era ancora in attesa di conoscere gli esiti dell’indagine epidemiologica dell’ASL, anche per avere certezza di quali pasti e quindi quali giornate hanno causato la tossinfezione. La cosa però che mi ha fatto arrabbiare di più è il riferimento alla presenza regolare di mia figlia a scuola e dunque al fatto che, presumibilmente, non era stata colpita dall’infezione come se questo giustificasse il fatto di dover pagare dei pasti che hanno innescato una vicenda così grave. Oltre al danno pure la beffa”.
Per questo la signora ha continuato ad inviare Pec all’Ufficio competente del Comune, l’ultima delle quali pochi giorni fa, senza ricevere, a suo dire, alcuna risposta: “Chiaramente – conclude - non si tratta di una questione economica, ma è una questione di principio, se necessario, mi rivolgerò anche al mio legale”. Intanto l’amministrazione sestese, contattata, fa sapere che la questione è all’attenzione del Comune e che qualunque valutazione, anche su eventuali rimborsi, sarà fatta dopo la conclusione dell’indagine epidemiologica.