
Simone Balducci (Federmoda Cna)
Cassa integrazione e dipendenti sostenuti dagli ammortizzatori sociali in crescita esponenziale per le imprese artigiane che calano anche di numero. I dati elaborati da Cna Firenze metropolitana sulle stime di Ebret/Fsba presentano per Scandicci un quadro difficile, che anche in questo primo trimestre 2025 sarebbe ugualmente problematico. Ma arrivano i primi segni di resilienza, perché gli ammortizzatori sociali non servono a nulla se le imprese non si attivano. Il primo passo sarà il summit che il 19 marzo si terrà al Mita, convocato dal presidente Maurizio Del Vecchia, che sta tessendo la tela per mettere insieme associazioni di categoria, istituzioni e sindacati. Ci sarà anche Cna, che porterà in dote numeri e un quadro territoriale capillare.
Secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2024, a ricorrere agli ammortizzatori sociali sono state ben 47 aziende, ovvero un terzo di quelle artigiane attive a Scandicci facendo salire dunque la percentuale rispetto al 2023 a +81 per cento; il dato riguarda anche 527 dipendenti (+91 per cento) con un dispendio di 934.218 euro (rispetto al 2023: +137 per cento). Il registro imprese di InfoCamere ha dato anche il quadro delle imprese: nel 2023 erano attive 271 aziende di pelletteria (artigiane 171); in calo nel 2024 con 239 aziende attive (149 artigiane). Il saldo è col segno meno: 32 le chiusure (di cui 22 aziende artigiane). Resta stabile più o meno il calzaturiero con un’azienda aperta a Scandicci (11 contro 10 del 2023), stabili a 4 le artigiane.
"I dati sono purtroppo noti in tutta la loro gravità – ha detto Simone Balducci (Federmoda Cna Firenze) – ed evidenziano ancora una volta la necessità di agire. Di dare concretezza a questi tavoli che devono portare a un rinnovamento della filiera e dei processi produttivi. Bene l’iniziativa del Mita, che è centro di formazione d’eccellenza nel centro del distretto. Da questo dobbiamo ripartire".
Le aziende cercano di recuperare competitività anche nei confronti delle altre regioni che godono di incentivi da parte del governo centrale e che sono al centro di una delocalizzazione sempre più evidente da parte delle griffe. Sul tavolo c’è anche la proposta di creare un marchio di qualità, una sorta di ‘made in Tuscany’ per stringere le aziende su un patto di filiera. Un tema, quello della competitività sul tavolo degli imprenditori di Scandicci che chiedono anche meno burocrazia, più infrastrutture e una cura ‘da cavallo’ per migliorare servizi e dotazioni della zona industriale.