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La guerra sul risarcimento: morto per un mancato vaccino, Careggi e Asl vanno in Cassazione

Il tribunale civile di Firenze ha condannato in appello le due aziende ospedaliere per il decesso per meningite di un 41enne fiorentino. Ora bisogna decidere chi ha sbagliato e dovrà versare 800mila euro alla famiglia

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Il vaccino avrebbe potuto salvare l’uomo, soggetto fragile per essersi sottoposto a un intervento di rimozione della milza

Firenze, 16 settembre 2024 – Una morte che si poteva evitare, la rabbia della famiglia, la richiesta di risarcimento, poi due gradi di giudizio e adesso il ricorso in Cassazione per stabilire definitivamente le responsabilità.

Saranno gli ermellini a decidere chi ha sbagliato tra l’Azienda ospedaliero universitaria Careggi e l’Asl Toscana Centro, e chi dovrà pagare per quell’errore medico che è costato la vita a un 41enne fiorentino.

Tutto ha inizio nel 2008: l’uomo viene trasportato al pronto soccorso di Careggi dopo una giornata passata a combattere con mal di testa, nausea e perdita di equilibrio.

Vengono effettuati subito degli accertamenti approfonditi, vista la sua cartella clinica: otto anni prima gli è stato trovato il linfoma di Hodgkin, ed è stato sottoposto a un intervento di asportazione della milza, sempre all’ospedale di Careggi.

I primi esami emettono un responso drammatico: gli viene diagnosticata una meningite da pneumococco di tipo fulminante. Il 41enne viene ricoverato nel reparto di rianimazione, ma durante la notte si manifesta un edema cerebrale con insufficienza respiratoria acuta.

La situazione è gravissima, e poche ore dopo il ricovero, i medici non possono far altro che costatarne il decesso. La sua vicenda in poco tempo passa dalle sale operatorie alle aule di tribunale, perché i genitori – assistiti dall’avvocato Annalisa Amore – pretendono risposte sulla morte del figlio e decidono di fare causa all’Azienda ospedaliero universitaria Careggi. Il giudice della quarta sezione civile del tribunale di Firenze, Giuseppina Guttadauro, nell’ottobre del 2021 dà ragione alla famiglia: la vittima si poteva salvare, o avrebbe almeno potuto avere più chance di sopravvivenza se solo dopo l’operazione di asportazione della milza gli fosse stata somministrata la vaccinazione anti-pneumococcica.

Ad aggravare il quadro, si legge nella sentenza, è il fatto che tale omissione è avvenuta nei confronti di un soggetto fragile e, dopo l’invasivo intervento, “particolarmente a rischio di sviluppare un’infezione pneumococcica con mortalità elevata”.

Il risarcimento per i due genitori e il fratello, comprese anche le spese di lite, è di oltre 800mila euro. Careggi fa ricorso, chiamando in causa il medico di base (dell’Asl Toscana centro) che aveva in cura l’uomo: anche lui avrebbe dovuto invitarlo a vaccinarsi per la meningite, vista la delicata situazione immunitaria. E ad aprile di quest’anno, la Corte di appello di Firenze ribalta parzialmente la prima decisione, accogliendo la richiesta di Careggi e accertando la corresponsabilità dell’Asl per la morte dell’uomo. Il conto per l’azienda sanitaria è salato: 412mila euro da versare a Careggi, la metà del risarcimento dato ai familiari. Più circa 70mila euro di spese legali. La guerra tra i due colossi sanitari è quindi all’ultimo capitolo. In gioco c’è circa mezzo milione di euro, ma soprattutto il peso di una vista spezzata.

Pie.Meca.