MANUELA PLASTINA
MANUELA PLASTINA
Cronaca

Casse di espansione del Restone: costi esplosi e ritardi decennali

Denunciato un incremento del 270% dei costi per le casse di espansione del Restone, fondamentali per Firenze.

Denunciato un incremento del 270% dei costi per le casse di espansione del Restone, fondamentali per Firenze.

Denunciato un incremento del 270% dei costi per le casse di espansione del Restone, fondamentali per Firenze.

Bene la casse di espansione del Restone, i cui lavori sono stati avviati nei giorni scorsi alla presenza del governatore Eugenio Giani e dell’assessore Monia Monni, "ma dovevano essere già ultimate nel 2018, dopo essere state annunciate nel 2005 dal governo Renzi. A dieci anni di distanza, i costi sono esplosi: da 74 milioni preventivati per il sistema di 4 casse, siamo a quasi 200". A denunciare un incremento del 270% della spesa da affrontare è Simona Petrucci, senatore di Fratelli d’Italia e membro della commissione Ambiente, nonché di professione geologo.

"Fu annunciata trionfalmente nel Dpcm del 2015 nel Piano stralcio per le aree metropolitane e urbane ad alto rischio di alluvione – ricorda -. A quest’ora dovevano essere pronte e funzionanti tutte le quattro casse di espansione di Figline, fondamentali per la protezione di Firenze e della sua area metropolitana". Leccio e Prulli, Pizziconi Lotto 2 e Restone "dovevano essere, secondo l’accordo di programma firmato dieci anni fa dall’allora governatore Enrico Rossi, oggetto di un rigido monitoraggio, anche dell’Autorità nazionale anticorruzione. Niente è stato fatto".

Già la collega di partito e consigliera regionale Elisa Tozzi, a poche ore dalla posa della prima pietra, aveva denunciato "una mera passerella elettorale: l’intero sistema delle casse di espansione dal 2005 ad oggi doveva essere concluso". Petrucci ricorda che "è sufficiente accedere alla piattaforma del Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo (ReNDiS) per verificare lo stato pietoso in cui versano questi progetti. Un territorio esposto a rischi idraulici non può più permettersi inerzia e superficialità".

L’intervento al Restone dal valore di 35 milioni di euro permetterà di invasare nella nuova cassa da 110 ettari tra il torrente Cesto, l’Arno, la ferrovia e la zona di Casa Nuova 5,76 milioni di metri cubi di acqua in caso di eventi climatici straordinari. Si trova molto vicino alla cassa di Pizziconi, i cui lavori iniziati a marzo 2021 dovrebbero chiudersi a breve: l’ultimazione del lotto 2 da 13,3 milioni di euro permetterà l’entrata delle acque di piena dell’Arno nei due moduli e quindi la messa in funzione anche del lotto 1.