Il 26 gennaio del 1803 nacque, a Narni, Caterina Franceschi Ferrucci oggi ricordata con una lapide al numero 14 di via di Mezzo. Veniva da una famiglia benestante e nel 1823 si trasferì a Macerata dove cominciò i suoi studi classici, che per lei avevano un valore oltre che formativo anche politico. Pubblicò dei testi sull’educazione delle ragazze e traduzioni di opere latine apprezzate molto da Leopardi. Il 1841 segnò un momento importante della sua vita perché fu la prima donna nominata Accademica della Crusca.
Negli stessi anni si svolge un’altra vicenda più drammatica: quella di Italia Donati. A questa donna, che nacque nel 1863, fu dato il nome di Italia in onore dell’unità avvenuta due anni prima. La sua storia è divenuta famosa solo dopo la sua morte nel 1886 quando le venne dedicata una pagina sul quotidiano “Il Corriere della Sera”. Come Caterina, aveva l’ambizione di portare e insegnare la lingua italiana, anche se lei operò in un altro contesto. Diventò infatti una maestra, rinunciando alla vita di famiglia, e andò a Porciano ad insegnare l’italiano, come lo voleva il Manzoni. Questa fu una sfida difficile perché le famiglie non rinunciavano all’impiego dei figli nei campi e perché si diffusero pettegolezzi sul suo conto in seguito alle molestie da parte del sindaco del luogo. La vicenda ebbe un tragico epilogo: il 1 giugno 1886 il suo corpo fu trovato nel deposito d’acqua di un mulino. Solo nel 1911 la scuola elementare fu posta sotto la giurisdizione dello Stato, togliendola così agli arbitrii delle amministrazioni locali.