REDAZIONE FIRENZE

"Cattolici in politica, attenti alle sirene della manipolazione"

Gambelli: "Diritto internazionale e umanitario impunemente calpestati. Il grido della terra insieme a quello dei poveri"

Gherardo Gambelli

Gherardo Gambelli

Firenze, 14 aprile 2025 - Si vuol far passare per normale, "naturale", il conflitto, la competizione, il prevaricare come forma di realismo. Ebbene non è questa la strada di un cristiano che è impegnato in politica. Ci sono sirene ingannatrici. "Di fronte alle sfide terribili del nostro tempo siamo invitati da più sirene a rinunciare alla fedeltà a quel patto fondatore che, all’indomani della seconda guerra mondiale e della Shoah, ha fatto della promozione dei diritti dell’uomo il cardine della convivenza civile di ogni popolo e fra le nazioni", ha ricordato l'arcivescovo Gherardo Gambelli nella messa celebrata per i cattolici impegnati in politica e nel sociale nella chiesa di San Salvatore al Monte.

Gambelli ha messo in guardi da queste sirene a partire dal racconto dell'adultera che Gesù salva dalla lapidazione: "Il cristiano che agisce in politica è consapevole che la vita di ogni uomo e di ogni donna, proprio perché aperta ad un destino eterno, è chiamata a una pienezza di diritti in questa vita". C'è chi rimanda la giustizia al di fuori della Storia, ma è una contraddizione, anzi, tanto per essere ancora più chiari, "è peccato!" aspirare "per sé al destino eterno e non lottare nell’oggi per la pienezza dei diritti di tutti".

Le sirene sono anche quelle di una logica manipolatoria, come cercavano di fare gli interlocutori di Gesù che avrebbero voluto appiattire "il suo ministero sul piano dei discorsi teologici o ideologici, quando, in realtà, ciò che temono sono le sue opere. Gesù compie gesti e pronuncia parole, intimamente connessi, poiché questo è il modo non ideologico con cui Dio parla". Il tempo di Quaresima, col digiuno che "non è un atto devoto ma un atteggiamento di fondo", ci insegna che la tentazione consiste nel sostituire la sete interiore con la sete di ciò che non disseta e che rende vuoti, insoddisfatti, avidi.

La sete di ciò che non disseta "si presenta sotto molte forme. Chi esercita il potere (in qualsiasi ambito, anche nella chiesa) deve costantemente discernere su ciò di cui ha sete ed educarsi, giorno dopo giorno, a cercare l’acqua che disseta e così evitare di costruire la propria e altrui infelicità e fallire nella costruzione del bene comune".

Per Gambelli è "pericoloso e preoccupante quando il diritto internazionale e il diritto umanitario sono impunemente calpestati", così come l'ambiente. Papa Francesco "ha fatto fare un passo avanti al magistero sociale della Chiesa chiarendo che la questione sociale è indissolubilmente connessa alla questione ecologica. Il grido della terra è indisgiungibile dal grido dei poveri". Il rispetto dei diritti dell’uomo, "nascituro, in crescita, adulto, uomo, donna, lavoratore, disoccupato, migrante, sano, malato, morente è l’architrave della pace e di ciò che può garantire l’abitabilità della terra nel nuovo regime climatico con cui tutti dobbiamo fare i conti". In nessun modo "tutto ciò può essere considerato, specialmente da un cattolico, un’irrealistica utopia. Essa è al contrario l’unica realistica premessa per la pace e la prosperità in un pianeta le cui risorse non sono illimitate e quindi vanno condivise".