
Da anni si attendono i lavori sul ponte di Piani della Rugginosa
Entro Pasqua sarà convocata dal ministero la conferenza dei servizi sul cavalcavia dell’area industriale di Piani della Rugginosa. Da quel momento, dovrà essere espletata nel giro di 60 giorni per poi, una volta recepite le osservazioni degli enti, andare a gara entro la fine dell’anno. Lo annuncia la consigliera regionale Elisa Tozzi (FdI). Si sperava un po’ prima: le notizie che arrivavano da Roma pochi mesi fa attraverso l’onorevole Francesco Michelotti parlavano di lavori da iniziare nel primo semestre 2025. Ma intanto, garantisce Tozzi, l’impegno sta andando avanti. Dal 2017 l’attuale cavalcavia è chiuso per tutti i mezzi sopra le 12 tonnellate. I tir per raggiungere le attività produttive dell’area che occupa 400 persone devono percorrere un tratto di terra non asfaltata, spesso vittima di smottamenti e quindi di prolungate chiusure. Il nuovo progetto prevede, oltre alla demolizione dell’esistente, la ricostruzione del nuovo cavalcavia in affiancamento a quello attuale con relativo adeguamento della viabilità esistente. Dell’opera si erano occupati i rappresentanti di FdI, ma anche il sindaco di Reggello Piero Giunti che aveva scritto al ministro Salvini sollecitando un intervento su quel cavalcavia "indipendentemente dalla terza corsia autostradale", dato che il progetto deve essere realizzato da Autostrade per l’Italia. Già nel 2023 l’opera era stata stralciata dai lavori di ampliamento, anticipando così la possibilità di intervento di ricostruzione vicino all’area industriale. Tozzi invece teme per il secondo ponte sull’Arno tra Figline e Matassino, atteso da 30 anni. "Vanno ancora ultimate le verifiche idrauliche non comprese nella prima fase dello studio di fattibilità. I tempi si dilatano, nonostante un ordine del giorno approvato bipartisan che permetteva i finanziamenti pronti a copertura dell’opera. Se si perde il treno del finanziamento, non avremo più spazio di manovra. Mi aspetto da Regione e Metrocittà un’attenzione nei confronti del Valdarno".
Manuela Plastina