
Fabio Picchi
Firenze, 10 febbraio 2023 - Cbio significa Cibo Buono Italiano e Onesto. Ma l’avventura di Fabio Picchi è finita. Verrebbe da dire che si è spenta con il suo invenitore e fondatore, scomparso l’anno scorso. Ma i problemi, per il market di via della Mattonaia - e alcuni spazi vendita anche dentro al mercato di Sant’Ambrogio, intorno al grande regno del Cibreo oggi guidato dal figlio Fabio - sono iniziati con la pandemia.
Era stata tentata la strada del concordato, ma chi ha guardato i conti ha capito che non c’era speranza. Dunque il Cbio va all’asta, al prezzo base di 833mila euro. Gli interessati a impossessarsi del supermercato di via della Mattonaia e di alcuni spazi dentro il mercato, dovranno presentarsi dal giudice Rosa Selvarolo della sezione fallimentare del tribunale di Firenze il prossimo 14 marzo.
Eppure, poco più di cinque anni fa, l’attività del Cbio era iniziata sotto i migliori auspici. Per Picchi quella "piccola grande bottega-mercato", con dentro forno, pasticceria e gastronomia, doveva essere "un luogo dove i formaggi di rara fattura incontrano le produzioni agricole, biologiche o coltivate con “pratiche” biologiche. Un luogo dove il pane è vero, il latte è bio e la pasta fresca profuma l’aria. Un luogo dove in una magnifica terrazza si mostrano e si vendono piante antiche e sementi non ibride". Ma anche una bottega in centro, dove le botteghe ormai sono merce rara, "per tutta la città e di tutta la città". E sicuramente lo è stata e potrebbe esserlo ancora.
L’attività, poi, è anche un posto di lavoro per una ventina di dipendenti. Per i quali la liquidazione giudiziale avviata vuole essere anche una garanzia di mantenimento dell’occupazione.
Picchi, chef e imprenditore brillante e di successo, di stecche ne ha fatte poche. Ma stavolta qualcosa non è andato come aveva previsto. La pandemia ha bloccato sul nascere un progetto ambizioso che avrebbe fatto sbarcare Cbio all’aeroporto di Peretola. L’inaspettato blocco del mondo è stato uno choc. E, si legge nella perizia ordinata dal giudice Selvarolo, "negli ultimi anni la società è andata incontro ad una crisi economica e finanziarie che ha avuto come conseguenza il forte incremento del debito".
Come prima mossa, nel luglio scorso, la società ha tentato la carta del concordato preventivo.
"Poiché durante la procedura non è stato possibile reperire le risorse finanziarie necessarie e soddisfare i debiti, la società ha presentato, in data 10 novembre 2022, istanza per la rinuncia al concordato e per l’accesso alla liquidazione giudiziale di cui al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza", si legge ancora negli atti.
Il tribunale di Firenze "accertata la sussistenza dei requisiti per l’accesso alla procedura, in particolare i presupposti soggettivi ed oggettivi in merito all’irreversibilità della situazione di insolvenza", ha dichiarato l’apertura della
liquidazione giudiziale. Era il 16 novembre.
Per far proseguire l’attività, il tribunale ha disposto l’esercizio provvisorio "al fine di salvaguardare il valore dell’avviamento e mantenere l’occupazione dei dipendenti". Per tanto, il market è regolarmente aperto. Adesso la speranza è che il Cbio, e le idee che lo hanno fatto nascere, non vengano spazzate via da un’economia impazzita.
ste.bro.