Per favore, visto che l’occasione è straordinaria, ora cerchiamo di non sprecarla. In Palazzo Medici Riccardi si è insediato ieri il Comitato nazionale per il centenario della nascita del priore di Barbiana (1923-2023), forte di 40 personalità del mondo della Chiesa, della scuola, delle istituzioni, del sociale per un anno di eventi dedicati. Dopo la visita di Papa Francesco il 20 giugno 2017, la cerimonia di apertura delle iniziative per i primi cento anni di don Lorenzo, a Barbiana, il prossimo 27 maggio, data di nascita del priore, con il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, è un cerchio che si chiude su un passato d’incomprensioni e apre a un futuro di impegno rinnovato. Se così non fosse sarebbe tempo sprecato.
"Vorremmo che non fosse una celebrazione, don Milani sarebbe stato allergico a quella parola", ha detto Rosy Bindi, presidente designato, sottolineando che "il nostro impegno è farlo parlare nel contesto attuale, nelle sue dimensioni più importanti", ossia la dimensione ecclesiale, ma anche quella della scuola, per parlare "della dispersione scolastica, e della funzione della scuola pubblica", il sociale con "la lotta alle disuguaglianze e alla povertà, e la dignità del lavoro". Le iniziative, ha spiegato Bindi, si terranno principalmente a Firenze, ma "vorremmo essere presenti anche in una città del Sud e del Nord, e vorremmo toccare tutti i luoghi significativi della sua esperienza pastorale".
A garanzia che don Milani non venga tirato un’altra volta per la tonaca, l’impegno dei promotori: Agostino Burberi, allievo del priore e presidente della Fondazione Don Lorenzo Milani; Leandro Lombardi dell’Istituzione don Lorenzo Milani di Vicchio e Alessandro Santi, dell’Associazione Gruppo don Lorenzo Milani di Calenzano. Intanto oggi la compagnia teatrale Chille de la balanza presenta un’iniziativa in anteprima, dedicata a don Lorenzo, nell’anniversario del trasferimento del sacerdote da San Donato a Calenzano, a Barbiana, avvenuto nel 1954. Il progetto si chiama “I Care. Don Milani. Articoli della Costituzione dipinti dai cittadini”. E già nel titolo si annuncia interessante.
Duccio Moschella