EMANUELE BALDI
Cronaca

Centomila in strada per il Tour. Lo splendore di Firenze conquista tutto il mondo

Una grande festa con pienone la prima partenza dall’Italia della gara ciclistica più celebre. Il via ufficiale dal Viola Park dopo la passerella tra i monumenti. C’è anche Alberto di Monaco.

Centomila in strada  per il Tour. Lo splendore di Firenze conquista tutto il mondo

Centomila in strada per il Tour. Lo splendore di Firenze conquista tutto il mondo

Curioso che si affacci un brivido sulle braccia nel braciere fiorentino con la colonnina di mercurio che si ricorda di essere in ritardo sulla tabella di marcia e dà un colpo di reni improvviso. Ma tant’è.

Il battaglione del Tour de France – che muove da piazza della Signoria per poi snodarsi – prima compatto poi sfilacciato – nelle prime campagne urbane del capoluogo toscano, poi nei borghi e quindi sugli appennini dove la rustica ’C’ aspirata si dissolve e arrotonda in consonanti morbide scendendo verso la Romagna – è un’onda (gialla) d’urto che emoziona prima una città intera e poi un bello spicchio di Toscana. Pontassieve, Rufina, Dicomano, San Godenzo... e via pedalando.

"Ho sentito un tuffo al cuore. Anche se dura un attimo" sorride un anziano che cerca un filo d’ombra, mentre punta lo smartphone sullo stradone del viale Europa – che conduce al luogo dello start ufficiale della Grande Boucle, nel territorio comunale di Bagno a Ripoli – per catturare gli ultimi frammenti della storia che passa.

Una storia fatta di 22 squadre e i 176 corridori che, da ieri, e per altre venti tappe battaglieranno per 3.286 chilometri. Ad aprire il lungo e bollente sabato fiorentino – in una piazza Signoria dove il tifo locale richiama a gran voce Alberto Bettiol da Castelfiorentino, prima l’inno francese, poi quello italiano e infine, sulle note sparate dagli altoparlanti di ‘Bicycle Race’ dei Queen, il via – sono le 12,21 – sventolato dalla neosindaca di Firenze, Sara Funaro.

Un via istituzionale, quello dato all’ombra di Palazzo Vecchio (è proprio il caso di dirlo perché diversi corridori cercano proprio di posizionarsi nella sagoma d’ombra disegnata dalla sede del municipio fiorentino prima di affrontare oltre duecento chilometri di solleone), visto che quello ufficiale sarà appunto qualche chilometro fuori città, davanti al Viola Park.

Sorrisi larghissimi del sindaco uscente Dario Nardella, presidente del Comitato istituzionale del Grand Départ, e del governatore Eugenio Giani. A qualche metro di distanza c’è anche un enstusiasta, Christian Prudhomme, direttore del Tour. E tra le presenze istituzionali spunta un vip che più vip forse non si può anche il principe Alberto II di Monaco. Un carosello di suoni e colori – spunta pure una Gioconda con la maglia gialla – di bambini con gli occhi sgranati e di turisti – tantissimi i francesi – che si spellano le mani. Alla fine si stimano più di centomila persone sulle strade (senza contare i calorosissimi grovigli di fan nelle strade dei paesi).

"Viva Bartali" urla sui lungarni un uomo di mezz’età e forse sintetizza meglio di qualsiasi immagine o video il senso di quest’evento in terra toscana. Una grande finestra contemporanea che ha radici ben salde in un passato che è cucito sottopelle ed è memoria collettiva. Quello di ’Ginettaccio’, l’"Intramontabile", paradigma di sudore, polvere e voglia di arrivare. L’essenza stessa del ciclismo.