Calma piatta. Nessun sussulto, ancora, nel centrodestra toscano. Tranne le spallate in serie del generale Vannacci. Neanche il battesimo dell’anno elettorale ha accelerato la digestione degli ultimi panettoni post vacanze. Neanche la tirata d’orecchie, tanto ai suoi quanto agli alleati, del numero due dei meloniani Diego Petrucci ("Vertice entro metà gennaio, altrimenti è un problema. Basta stare a guardare cosa fa la sinistra") sembra aver sortito l’effetto sperato. All’orizzonte, nessun conclave in agenda.
Il fuggi fuggi dai microfoni e dal raccordo di programma e candidato governatore su cui convergere è alimentato anche dagli incastri nazionali delle altre Regioni che andranno al voto. I quadri di Fratelli d’Italia, Forza Italia e soprattutto la Lega, restano alla finestra in attesa che il consiglio dei ministri di oggi alle 18 dia il via libera all’impugnazione alla Consulta della legge-escatomage varata da De Luca in Campania per sbloccare il terzo mandato. Con l’effetto domino che tale mossa comporta nello scacchiere nazionale: bussare alla porta del Doge Luca Zaia.
E allora, data la stasi, giù con le reprimende. Dopo FdI, è il turno di Forza Italia: "Lo stiamo ripetendo da mesi - incalza il leader degli azzurri Marco Stella -, occorre organizzare il prima possibile un incontro con i segretari regionali dei partiti, insieme ai consiglieri regionali, (euro)parlamentari toscani, per parlare del programma elettorale e del percorso che porterà, insieme ai vertici nazionali, alla scelta del candidato governatore. La sfida non è impossibile, ma se continuiamo a perdere tempo saremo noi a consegnare la Toscana alla sinistra".
Ma i nodi veri ruotano attorno a due nomi: Alessandro Tomasi e Roberto Vannacci. Il sindaco di Pistoia resta in pole, ma da Roma l’investitura ancora non arriva. Vuoi anche per la percezione diffusa tra gli alleati del suo profilo: "In gamba, ma non sfonda. Chi lo conosce?". Un ritornello sempre più udibile nel destra-centro. Unito al timore di un radicamento imparagonabile all’ubiquità dell’uscente Giani. Che ha festeggiato la Befana tra Firenze, Empoli…e Pistoia. "È andato a casa sua a dirgli qui ci sono io", sussurra un dirigente di centrodestra.
E la Lega? Sempre più guardinga. In attesa che Salvini parli con Vannacci. Solo che il generale scalpita. "Ci saranno le regionali in Campania e in Toscana e sia io, sia la Lega vogliamo essere i più presenti e influenti possibile. Le modalità le discuteremo con il partito, con i dirigenti, con le realtà locali ma una cosa è certa, noi ci saremo e saremo determinanti", l’avviso ai naviganti da Salerno dell’europarlamentare. "Per la Toscana - ha aggiunto - non abbiamo ancora ragionato di liste, mi risulta che non sia ufficializzato il nome del candidato governatore del centrodestra. Gli accordi ancora devono essere fatti. Vannacci è un candidato della Lega. Non posso ancora anticipare quello che non è stato ancora deciso. Una cosa è certa: ci saremo, in Toscana come in Campania".
Resta da capire come. Date le 500mila e rotte preferenze alle europee, un Vannacci candidato nella Lega finirebbe per prosciugare le preferenze degli altri aspiranti salviniani meno noti del generale. Ma una spruzzata di sovranismo ha aumentato malumori dei più moderati, distanti anni luce dagli adepti de Il mondo al contrario. "Per vincere - il paletto posto dal forzista Stella – occorre allargare il perimetro della coalizione classica dei partiti di centrodestra, ma questo non può significare spostare la coalizione verso gli estremismi: sarebbe un errore fatale in Toscana, sia per quanto riguarda la coalizione sia per quanto riguarda il candidato Governatore: la possibilità di vittoria passa attraverso il centro".