IRENE PUCCIONI
Cronaca

Certaldo in lacrime: “Mou educato e gentile”. Il paese si stringe attorno alla famiglia

L’omicidio del giovane Maati Moubakir ha lasciato tutti sgomenti. Dal bar al forno fino alla tabaccheria: incredulità e dolore: “Era un nostro cliente abituale, una morte così non si può spiegare”

Firenze, 31 dicembre 2024 – Dopo fatti così sconvolgenti il risveglio di una comunità è sempre avvolto da un senso di impotenza. L’omicidio del 17enne Maati Moubakir, ritrovato senza vita domenica mattina intorno alle 5,30, in via Tintori a Campi Bisenzio, ha lasciato tutti sconcertati a Certaldo. Chi conosce la mamma, chi il babbo, chi la nonna. Chi lo aveva incrociato qualche giorno prima del tragico epilogo. I genitori si erano separati. Lui abitava in via Cavallotti insieme alla mamma e alla sorellina. Ma ieri mattina si sono riuniti tutti, e insieme alla nonna materna sono andati alla stazione dei carabinieri di Certaldo per avere informazioni su quando potevano di nuovo rivedere la salma di Maati. Prima però, su di essa, dovrà essere eseguita l’autopsia, disposta per oggi.

A Certaldo il ricordo di Mou (Foto Tommaso Gasperini/Fotocronache Germogli)
A Certaldo il ricordo di Mou (Foto Tommaso Gasperini/Fotocronache Germogli)

Un dolore profondo che lascia senza fiato un’intera cittadina. “Era un ragazzo gentile ed educato”, raccontano i gestori del Jam Café, uno dei principali punti di ritrovo dei giovani e delle comitive del paese. All’interno del locale di fronte alla stazione il 17enne la scorsa primavera aveva effettuato anche un periodo di stage. “Si dava da fare dietro il bancone – prosegue uno dei gestori – con lui non abbiamo mai avuto problemi. Frequentava il locale come tanti altri giovani. Spesso veniva da solo, non aveva una vera e propria comitiva. Prendeva un Estathé una pastina. Il giorno prima del tragico epilogo mi aveva chiesto di cambiargli dei soldi, forse gli servivano per comprare il biglietto del treno alla macchinetta, ma non ho potuto accontentarlo perché non ne avevo. Quello che è successo ci lascia davvero sbigottiti”.

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In via Cavallotti la quotidianità scorre regolare, ma dentro il bar, il forno, la tabaccheria, la tragica notizia è sulla bocca di tutti. “Il babbo (Farid Moubakir, ndr), è passato anche questa mattina – spiega il titolare del bar ricevitoria Cinque Stelle – È un nostro cliente abituale, lo conosciamo bene. Ha preso un caffè. Gli abbiamo fatto le nostre condoglianze. Non riusciva a parlare, era sconvolto, come lo siamo tutti noi. Non riusciamo davvero a spiegarcelo”. Sguardi interrogativi, domande senza risposte. Ma soprattutto dolore e vicinanza ad una famiglia che ha perso un figlio in un modo così atroce. “Mette i brividi pensare a come si possa perdere la vita in questo modo – commenta la banconista del bar Il Cacciatore – È stato lasciato morire su una strada senza che nessuno si sia preoccupato di prestargli soccorso. Ma come si fa? Non ci sono parole”. Anche al Forno tra il via vai dei clienti ci si ferma a riflettere. “Conosco bene i nonni – spiega la titolare – che dispiacere. Lui credo di averlo visto da piccolino, poi crescendo l’ho perso di vista. Scherzano con la nonna le dicevo: se dovessi vedere i tuoi nipoti adesso non li riconoscerei di sicuro. Quello che è successo ci lascia sgomenti”.