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"Firenze è diventata una giostra per turisti mordi e fuggi”. Lo chef Simone Cipriani chiude il suo ristorante

In un’intervista a Gambero Rosso il cuoco annuncia la chiusura di Essenziale, locale aperto nel 2016: “La città sta diventando una vetrina come Venezia, tutto ciò non rispecchia il mio modo di fare ristorazione”

Lo chef Simone Cipriani (Foto Giovanni Rasoti dal profilo Facebook di Simone Cipriani)

Firenze, 9 luglio 2024 – “A Firenze stiamo diventando una città vetrina come Venezia, le grandi città stanno diventando una giostra per turisti mordi e fuggi”. Sono parole molto dure quelle che lo chef Simone Cipriani pronuncia in un’intervista a Gambero Rosso, nella quale ha annunciato dal prossimo 8 agosto la chiusura del suo Essenziale, ristorante aperto a Firenze nel 2016. 

"L’anno scorso – ha spiegato lo chef al gruppo editoriale enogastronomico – abbiamo notato un cambiamento grandissimo nella clientela, non nei flussi di persone, ma nello scontrino medio e nell’interesse dei nostri clienti verso l’offerta che avevamo. Così abbiamo iniziato a interrogarci e a cercare di adattarci a un mercato sempre più difficile da seguire perché in continuo cambiamento. Parlando anche con vari colleghi la sensazione è che questo cambio stia avvenendo in molte città italiane, quasi fosse diventata una questione sociale”. 

"Una volta in centro (a Firenze, ndr) – prosegue il cuoco nell’intervista – eravamo tanti a fare cose fighe, lontane dalla richiesta del turismo di massa e avevamo un nostro giro, anche importante. Ora stiamo diventando una città vetrina come Venezia ed è sempre più difficile mantenere etica e integrità nella ristorazione. La domanda è cambiata. Le grandi città stanno diventando una giostra per turisti mordi e fuggi, comprendo che per qualcuno possa essere un’opportunità, ma non rispecchia il mio modo di fare ristorazione, né tantomeno l’evoluzione che avevo immaginato per Essenziale”. 

Lo chef ci tiene a precisare di non voler puntare il dito contro nessuno ma che ritiene necessaria la chiusura del suo locale perché l’offerta fiorentina non rispecchia più la filosofia del suo lavoro e di quello che è il suo ristorante. “ È il momento di rimettersi in gioco cercando concretezza e stimoli nuovi. Un mestiere così duro non lo fai se non hai qualcosa di reale e sano che ti muove dentro. Ho bisogno di rallentare e di scoprire un nuovo approccio alla ristorazione e tutto questo non lo ritrovo più in Firenze, è giusto fermarsi e riorganizzare, se si può”, conclude lo chef.