Don Francesco
Vermigli
Chi trova un amico, trova un tesoro: è un modo di dire che – forse non lo sappiamo – deriva dalla Bibbia (Siracide 6,14).
Chi trova un amico poi in un momento difficile, trova un tesoro ancora più grande. Un amministratore è stato scoperto disonesto dal proprio padrone nella parabola raccontata da Gesù nel Vangelo di oggi (Luca 16,1-13). L’uomo deve rendere conto di quello che ha fatto e capisce che l’unico modo per salvarsi è quello di cercare amici.
Abbassa il debito che i debitori dovevano al padrone – togliendo quello che doveva prendere per sé – e così se li fa amici: la mossa che compie è astuta e per questo motivo verrà lodato dallo stesso padrone.
Ma quello su cui si ferma Gesù è il fatto che si sia trovato degli amici.
Ha rinunciato alla ricchezza e ad accaparrare tesori e ha cercato una ricchezza diversa, che addirittura apre le porte della vita eterna. Ha cercato l’amicizia.
Nella nostra epoca è proprio di questo che noi abbiamo bisogno: di rinnovare i nostri rapporti e di ripartire con l’amicizia.
L’amicizia è una ricchezza che non è soggetta a corruzione. L’amicizia dura. L’amicizia è fedele.
L’amico apre la porta della propria casa, come apre la porta del proprio cuore. L’amicizia vale per la vita eterna.
Ancora una volta Gesù ci mette davanti ad una scelta, con questa parabola.
In effetti, così termina il Vangelo: "Non potete servire Dio e la ricchezza".
Si potrebbe dire che ci mette davanti alla scelta tra la ricchezza che rende schiavi e l’amicizia tra di noi e l’amicizia con Dio: a scegliere quella ricchezza, cioè, che rende liberi.