ANDREA SPINELLI
Cronaca

Chiara Canzian "Cats" al Verdi: "Si emoziona anche mio padre Red"

Otto repliche per il musical dei record. La cantante deve interpretare anche la celeberrima "Memory"

Chiara Canzian "Cats" al Verdi: "Si emoziona anche mio padre Red"

Chiara Canzian "Cats" al Verdi: "Si emoziona anche mio padre Red"

La gatta sul capitello che scotta. Ci sono le vestigia di una Roma deturpata e sorniona ad incorniciare i versi di Thomas Stearns Eliot nella versione di ’Cats’ in replica, per otto serate, al Teatro Verdi da domani al 25 febbraio. Un’ edizione in chiave trasteverina del musical di Andrew Lloyd Webber approntata dal regista Massimo Romeo Piparo nel quarantennale del debutto a Broadway che vede Chiara Canzian, figlia del bassista dei Pooh, vestire i panni di Grizabella, la gatta-diva decaduta a cui è legata la parte più struggente del racconto, ed intonare quella ’Memory’ divenuta uno dei grandi classici della storia del musical.

Chiara, come si trova in questi suoi panni di ’aristogatta’?

"Grizabella la sento nelle mie corde perché è un personaggio drammatico e io mi sento più a mio agio in quei ruoli che negli altri. Ho pure una vena brillante, ma non mi è ancora capitato di tirarla fuori sul palco. In questo allestimento a Roma e Milano l’ha interpretata Malika Ayane, nel resto del tour il ruolo è mio".

Canta solo tre pezzi. Il pubblico come la prende?

"Per essere la protagonista, Grizabella ha una presenza in scena limitata: circa un quarto d’ora diviso in tre uscite. Quindi un tempo piccolo rispetto a quello speso sul palco dagli altri. Ma il musical è così popolare che la gente lo sa. E poi quei tre momenti sono così intensi da lasciare il segno".

In ’Cats’ cantate con l’accompagnamento dall’Orchestra diretta dal maestro Emanuele Friello, mentre altri musical usano le basi. Lei che dimensione preferisce?

"Cambia il feeling. Poter interagire con dei musicisti giova a livello di dinamiche perché, se una sera il cantante spinge un po’ di più, pure l’accompagnamento può adeguarsi a quel tipo d’intensità, diventando un valore aggiunto. E poi la musica dal vivo trasmette suggestioni diverse rispetto alla base. Per l’integrazione di arti che lo caratterizza, il musical ha regole abbastanza rigide: questo fa sì che le prestazioni dei cantanti siano sempre di alto livello".

Un bel po’ d’esperienza lei se l’è fatta con ’Casanova Opera Pop’, il musical voluto e musicato da suo padre Red Canzian.

"Lì ero regista residente, ma anche ‘working cover’ (sostituta in caso di necessità - ndr) dei ruoli femminili… e debbo dire che, tra influenze e Covid, mi è capitato di coprirne tre su quattro. Ma dopo ‘Casanova’ ho fatto parte del cast pure di ‘Da Vinci by Lisa’, musical su Leonardo in cui interpretavo la Monna Lisa".

Un ruolo sognato?

"Nei panni di una celebre eroina da musical come Christine del ‘Phantom of the Opera’ non mi ci vedo, ma in quelli della Fantine de ‘Les Miserables’, sì".

I palcoscenici sono tutti uguali o alcuni sono più uguali degli altri?

"Il pubblico cambia. In alcune città è più esplicito e applaude, mentre in altre solo alla fine. Comunque, finora la reazione è stata ottima un po’ ovunque".

Il più bel complimento che le ha fatto suo padre qual è stato?

"Anche se il debutto vero è avvenuto poi a Napoli, papà è venuto a vedermi a Roma la primissima sera che ho sostituito Malika. Mi ha detto che da anni non si emozionava così, gli tremava la gola".

Ma la romanità dell’ambientazione non suscita qualche freddezza in giro per la Penisola?

"Direi di no. Più che la romanità, quel che passa è l’italianità di questa versione. Il fatto che il pubblico possa ritrovare le sue radici in una raccolta di poesie composte da un poeta americano oltre novant’anni fa".