Campi Bisenzio (Firenze), 23 aprile 2022 - Licenziati perché chiedevano di non lavorare il giorno di Pasquetta. E’ accaduto a cinque operai di una ditta pronto moda di via Carcerina a Campi. Ma ciò è solo la punta dell’iceberg di una storia di sfruttamento che va avanti da tempo e che oggi (ore 11) vedrà i lavoratori, i sindacati e tanti operai solidali - in primis i dipendenti della ex Gkn di Campi - manifestare davanti all’azienda per far valere i diritti.
"Sono persone che per anni hanno lavorato 12 ore al giorno, senza turni di riposo. Niente ferie, niente malattie pagate", racconta Luca Toscano, coordinatore SiCobas Firenze e Prato. E aggiunge: "Il giorno di Pasquetta, festività nazionale, si sono rifiutati di lavorare.
Il loro padrone li ha licenziati tutti con un messaggio WhatsApp che recita ‘chi non lavora oggi è fuori per sempre’. Nei giorni precedenti avevano richiesto di lavorare anche loro otto ore per cinque giorni, come sempre più operai, grazie agli scioperi di questi anni, lavorano nel distretto. La risposta è arrivata sempre su WhatsApp: ‘se volete lavorare 8 ore, trovate lavoro da un altra parte’".
I cinque operai, di origine pachistana, erano impiegati presso questa ditta di via Carcerina 4 di proprietà di un imprenditore di nazionalità cinese. "Il nome della ditta? Impossibile da dire. Negli anni diversi nomi e partite Iva hanno nascosto sempre lo stesso padrone - prosegue il sindacalista -. E’ la vecchia storia del ‘apri, chiudi e riapri’ per aggirare fisco e diritti. Oggi nello stesso stabilimento ci sono lavoratori formalmente dipendenti di ditte diverse: la Feng Shouqing e Hu Qingong".
Quanti sono in tutto i lavoratori? "Anche in questo caso è difficile dare una risposta certa: dai 15 ai 20 dipendenti ma molti sono in nero" dice sempre Toscano spiegando che i contratti sono solo carta straccia.
"C’è chi lavora da tre anni con contratto a tempo determinato, ‘part-time’ a 20 o 30 ore settimanali - aggiunge il sindacalista -. Nella realtà le ore settimanali di lavoro sono 84 pagate 1.000 euro. Ma non sempre: nei mesi in cui c’è meno lavoro diventano 500 euro ma le ore non diminuiscono e in quelli di picco 1.300 euro".
Il giorno successivo alla Pasquetta, il Sindacato Intercategoriale Cobas ha organizzato un primo presidio davanti all’azienda. "Un video ritrae la titolare urlare e poi aggredire a spinte lavoratori e sindacalisti - racconta Toscano - Nessuno risponde alla provocazione. Allora la donna incinta si aggrappa a un manifestante e poi si butta a terra simulando un’inesistente aggressione nei suoi confronti. La scena è patetica ma significativa perché atteggiamenti di questo tipo, in questi anni di sindacato vissuto davanti ai cancelli delle fabbriche del supersfruttamento, ne sono successe a decine se non centinaia. Si provoca, si simula, e poi si piange davanti alle telecamere oppure arriva una squadretta per menare forte".
Episodi del genere, sono già successi "alla Gruccia Creation, poi alla Texprint e in ultimo alla DreamLand" ricorda il sindacalista. I cinque lavoratori che si sono rifiutati di lavorare per Pasquetta, inoltre, sono finiti in una black-list.
"I titolari dell’azienda - dice Toscano - hanno diffuso su WeChat un video con i volti dei lavoratori: l’invito è agli altri imprenditori a non assumerli in altre fabbriche. Un passaggio del messaggio recita: ‘Spero che i miei colleghi cinesi non chiedano a queste persone di lavorare in fabbrica’. E’ l’ennesima riprova di un sistema di sfruttamento diventato la normalità nel distretto".