Firenze, 18 dicembre 2020 - A Firenze «nel 2021 non ci sarà nessuno che entra in seminario». Lo ha detto il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, in una videoconferenza per gli auguri di Natale alla stampa. «La considero - ha aggiunto - una delle ferite più grosse del mio episcopato, perché feci un'ordinazione di sette nuovi preti, l'anno successivo al mio ingresso nel 2009, e quest'anno non ne ho fatto nessuno; il prossimo anno ne faremo uno, un ragazzo del gruppo dei neocatecumenali».
Secondo Betori questa «è una situazione veramente tragica, ma do una mia interpretazione: non è meno tragica di quella dei matrimoni, e in genere dei progetti di vita. Il problema della crisi vocazionale al sacerdozio sta all'interno di una crisi vocazionale della persona umana».
Per il cardinale infatti «la cultura nella quale viviamo è una cultura del provvisorio», e «una vita che vuole tante esperienze non può essere una vita che si consacra a una finalità, a uno scopo. Vale per il matrimonio, per il sacerdozio, per tutte le scelte delle persone». Inoltre, sostiene Betori, «la condizione del prete oggi è meno attraente rispetto a quello che poteva essere in passato, e certe vocazioni forti, sia alla vita del sacerdozio ma anche all'impegno laicale, è chiaro che oggi trovano meno humus nella società contemporanea».