ANTONIO TADDEI
Cronaca

Chiude la ferramenta dopo 87 anni: "Nessun giovane rileva il negozio"

Il dispiacere del titolare Anselmo Pippucci: "Qui dal 1970, ma non ho figli a cui lasciare l’attività"

Il titolare Anselmo Pippucci in mancanza di pretendenti ha scelto di chiudure la Magoncina. In alto, il vecchio registro del 1941

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Passando da via Morrocchesi in molti hanno notato la saracinesca abbassata del negozio di ferramenta la ’Magoncina’, con la scritta "Chiuso per cessata attività". Un fulmine a ciel sereno per molti sancascianesi.

Tanti i negozi storici che chiudono in Toscana

Il negozio venne aperto nel 1938 ed è stato un punto di riferimento, dove era possibile trovare di tutto. Purtroppo non è stato trovato nessuno a cui passare il testimone e, in mancanza di eredi. il negozio ha abbassato il bandone: "Se avessi avuto dei figli, l’attività sarebbe potuta continuare" dice il titolare Anselmo, con un filo di voce – fu mio nonno Anselmo Pippucci di cui ho preso il suo nome ad aprire".

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La bottega vendeva carbone, bullette, bulloni, secchi, insomma roba da ferramenta e materiale che serviva per i lavori in campagna. Quando il titolare partì per la guerra fu la moglie a gestire il negozio.

"Mio nonno tornò malato dalla guerra, e nel ’43 morì – continua Anselmo – Conservo ancora un suo quaderno che teneva in negozio dove annotava le vendite. Si parla di un registro di 30 fogli timbrati con la firma del Podestà. E’ datato 29 luglio 1941 e sono riportati i nomi di chi acquistava, gli oggetti e il prezzo".

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Un documento unico in cui, per esempio, si legge l’acquisto di un secchio a 22,50 lire, tre chili di chiodi a lire 39, un chilo di di piombo, una scatola feltri a 25,30, oppure un ombrello da uomo 24, un ombrello di tela 22,50 o un ombrello incerato a 36. E po ancora 1,3 chili di colla per legno a 21,70 lire e un secchio da stalla a 21.

Dopo la morte del nonno di Anselmo l’attività venne continuata dalla madre Silvana Pintucci: "Nel 1970 il negozio passò a me e a mia sorella. Fino agli anni ’80 vendevamo la varichina che facevamo noi con acqua, cloro, e la polvere di candeggio. Vendevamo anche canne da pesca, lenze, lamini". In negozio spicca anche un’antica bilancia, forse usata per pesare il carbone dovrebbe risalire al 1880.

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Intanto nonostante la saracinesca sia a metà, la gente fa capolino da sotto, chiamando Anselmo: "Come faremo adesso – si interroga qualche residente – Mio marito non troverà più quei tappi che avevi solo te! Siamo rimasti male quando abbiamo saputo che chiudevi per sempre".

In negozio le persone vogliono salutare il titolare Anselmo, ringraziarlo per tutti questi anni dietro il banco: "Io sono in pensione da diversi anni, le vendite sono calate e le varie tasse sono aumentate, così è arrivato il momento di chiudere" dalle parole di Anselmo il dispiacere appare nitido.

Ma nonostante lo grande malinconia, anche per la ’Magoncina’ di via Morrocchesi, è arrivato il momento di tirare giù il bandone per sempre. Anselmo, abbassa la saracinesca e, senza voltarsi indietro, raggiunge la sorella Paola mentre le persone lo salutano e gli stringono la mano.