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Vittorio Carretti, 87 anni, quinta generazione alla guida della storica attività
Firenze, 19 febbraio 2025 – “Mi arrendo, a 87 anni alzo bandiera bianca anch’io”. E dire che Vittorio Carretti avrebbe ancora la scorza durissima (“A parte qualche dolore alle mani...”), quella di chi si è forgiato ’a bottega’ negli anni dell’Italia povera e bella che si toglieva la polvere dalla camicia e si arrotolava le maniche per ripartire.
E dire che proprio lui, all’inizio del 2021, raccontava così a La Nazione: “Lo so, lo so che c’è la crisi. Ma questa è la mia vita, che ci posso fare? La mattina prendo il furgoncino e vo...” “Ma ormai il mondo è cambiato, è cambiata la gente. E poi il commercio online ci ha ammazzato” corregge il tiro oggi. Così il re delle bilance mette la siglia ’the end’ a una storia lunga 155 anni.
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Era il 1870, per intendersi Firenze era Capitale del Regno d’Italia, quando Cornelio Carretti, nonno del nonno di Vittorio, avviò la bottega di bilance in centro, via Nazionale. C’è passata tutta la città in quel negozio che da alcuni anni si è però trasferito in viale Luigi Gori. Abdica Carretti “ma l’attività resisterà”.
Assicura Vittorio: “Sono subentrate delle persone di fiducia. Io posso restare per dare qualche consiglio, perché ho ancora un parco clienti”. Ma ha la voce sconsolata Carretti perché sente non il tramonto di una storia, ma in piccolo, di un’epoca. “Avessi avuto dei figli maschi avrei potuto trasmettere loro l’amore per questo mestiere ma non è andata così. E allora non resta che farmi da parte”.
Vittorio mise piede per la prima volta nella bottega di via Nazionale “con il babbo Armando nel 1956”. Carretti, il re delle bilance e delle affettatrici, ha dato anima e cuore alla sua attività perché “lo dovevo al babbo e al nonno”. Non si arrese neanche nel 2016 quando fu costretto a lasciare l’amato fondo di via Nazionale, una strada che era già ormai è solo una fronda metropolitana anonima che vendeva e svendeva trolley, bocce di vino, ombrelli e pizze a taglio. “Mi dispiace andarmene via sì, ma tanto qui è cambiato tutto rispetto a una volta. Intorno a me vendono solo le magliette ai turisti...” fu l’amara riflessione di Vittorio.
C’è un episodio che dà la misura della figura di Carretti. E anche di un tipo di commercianti che ormai in città si contano, forse forse, sulla dita di una mano. Era il gennaio del 2023 quando suscitò scalpore e indignazione la notizia del licenziamento di Camilla Boccaccini, la delegata sindacale della Cgil, liquidata da una struttura sanitaria fiorentina perché ’colpevole’ aver danneggiato un’affettatrice.
A nulla valse il tentativo di giustificarsi della donna: “Ho solo cercato di pulirla, in quanto nessuno se ne occupava, e io, essendo in possesso anche dell’haccp, ero qualificata per farlo” furono le sue parole all’indomani del licenziamento. La lama dello strumento, durante l’operazione di pulizia si ruppe e Camilla perse il posto. Letta la notizia su La Nazione Carretti non perse tempo: “Mi offro di riparare l’affettatrice, o nel caso di regalarne una nuova alla Rsa dove lavora la signora” disse.