STEFANO BROGIONI
Cronaca

L’esercizio storico. Stavini in liquidazione. Negozio chiuso dopo 80 anni

Sigilli del tribunale al tempio dei motociclisti di viale Fratelli Rosselli. Otto dipendenti senza stipendio da giugno. Stupore tra i clienti

I sigilli al negozio Stavini in viale Fratelli Rosselli

I sigilli al negozio Stavini in viale Fratelli Rosselli

Firenze, 24 ottobre 2024 – Una corsa iniziata negli anni ’40, dalla passione per i motori di Roberto Stavini. Ma il traguardo, ottanta anni dopo, è stato quello che nessuno si sarebbe aspettato: una liquidazione giudiziale, ovvero quello che una volta si chiamava fallimento.

“Stavini”, il tempio degli appassionati delle due ruote in viale Fratelli Rosselli, ha chiuso i battenti. La situazione è in mano al giudice. Otto dipendenti pretendono le loro spettanze da giugno, dopo un’estate in cui si sono alternate notizie confuse e contraddittorie circa il loro destino.

Prima le ferie forzate, poi il ritorno in servizio per fare l’inventario di un magazzino che adesso è amministrato dal curatore, il commercialista Lorenzo Lunghi. Un epilogo che fa strabuzzare gli occhi e che sorprende anche chi, ignaro della chiusura, si reca al negozio come ha sempre fatto. Invece adesso, chi passa davanti alle vetrine, dove i fanatici delle moto s’incantavano davanti a una tuta da pista o a una marmitta da gran premio, può leggere l’avviso apposto dal giudice del tribunale Cristian Soscia.

I sigilli che sono stati apposti ai locali sono figli di una sentenza dello scorso 18 settembre. E servono a congelare lo stato dei beni che potranno servire a ripagare i creditori, a cominciare proprio da chi ha lavorato per questa ditta dal passato glorioso. Così glorioso che da quasi vent’anni, Stavini faceva parte anche degli Esercizi Storici fiorentini. Meno di un anno fa, l’attività era stata premiata, come sempre, dall’allora sindaco Dario Nardella e dall’assessore al commercio Giovanni Bettarini.

Ma cosa ha causato il declino? Silenzi sul fronte dei discendenti della famiglia Stavini. Una nostra fonte che ci chiede di restare anonima, ci ha riferito che negli ultimi tempi, c’era stata un’alternanza nella gestione. Figure storiche si erano fatte da parte nel nome di un ricambio generazionale. Ma forse non c’era più la volontà di continuare il business che Roberto aveva avviato nell’immediato dopo guerra.

Si mormora che l’immobile che ospitava i mille metri quadri del negozio - di proprietà anch’esso della famiglia - possa essere destinato a struttura ricettiva. Tutto molto vicino alle tendenze di adesso ma molto lontano all’intuizione di Roberto, che nel 1946 cominciò a commerciare batterie per motocicli e ricavare pezzi di ricambio dai mezzi militari abbandonati dopo la guerra.

Gli affari decollarono di pari passo con la rinascita del nostro paese. La mitica Vespa, le moto da strada, gli accessori, le rettifiche, l’abbigliamento tecnico, i caschi: sono stati anni glorioso per “lo Stavini“, tanto da diventare un punto di riferimento non soltanto in città. Dalla scorsa primavera, erano arrivati segnali di chiusura, tanto che alcuni dipendenti avevano trovato un’altra soluzione lavorativa. Ma nessuno poteva pensare all’accelerata della scorsa estate. E così, ottant’anni di storia si sono conclusi in un’aula di tribunale.