Firenze, 29 novembre 2022 - Si è concluso al Tribunal superior de justicia de Cataluna a Barcellona il processo d'appello per l'omicidio di Niccolò Ciatti. L'avvocato Agnese Usai, legale della famiglia del 21enne di Scandicci ucciso nel 2017 in una discoteca a Lloret de Mar, ha chiesto un inasprimento della pena inflitta in primo grado. Nel frattempo, il ceceno Rassoul Bissoultanov risulta ancora latitante dallo scorso luglio, quando non si è presentato all'udienza di carcerazione. L'imputato 30enne nel processo di primo grado è stato condannato a 15 anni dal Tribunale di Girona per omicidio volontario. La difesa del ceceno, a fronte della richiesta del legale Usai, ha chiesto la derubicazione dell'accusa da omicidio volontario a omicidio colposo. Adesso si attende la sentenza fissata tra qualche settimana.
Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini e del processo già celebrato, il ceceno Bissoultanov, esperto di arti marziali, in particolare di Mma, la notte tra l'11 e il 12 agosto 2017, sulla pista da ballo della discoteca St Trop, insieme a due connazionali, improvvisamente prese di mira senza alcuna ragione Niccolò Ciatti, che stava trascorrendo con i suoi amici l'ultima serata della vacanza in Costa Brava. Così iniziò il pestaggio mortale.
Bissoultanov, poco più grande di Ciatti, sferrò un violentissimo calcio alla testa del ragazzo di Scandicci che non si rialzò più. Morì in ospedale alcune ore dopo. I tre giovani cecni vennero fermati, ma due vennero rilasciati subito, mentre il solo Bissoultanov rimase in carcere da dove uscì dopo 4 anni, alla scadenza dei termini di carcerazione preventiva. In primo grado è stato assolto uno dei tre ceceni, Movsar Magomadov, che stando all'accusa aveva preso parte attiva al pestaggio.
Bissoultanov dopo la scarcerazione venne arrestato in Germania, su mandato di cattura internazionale, ed estradato in Italia. Nel dicembre scorso la Corte d'assise di Roma lo ha scarcerato e Bissoultanov successivamente si è costituito in Spagna per poi rendersi nuovamente latitante. Nel frattempo la Cassazione ha annullato l'ordinanza di scarcerazione che aveva emesso la Corte d'assise di Roma. Anche in Italia, davanti ai giudici del tribunale di Roma si sta tenendo il processo di primo grado a carico del ceceno. Alla fine dei due procedimenti dovrebbe prevalere quello che arriverà per primo alla sentenza definitiva.