"Il decreto che il governo ha chiamato ’lavoro’ dovrebbe chiamarsi ’precarietà". E poi: "Non si capisce questo accanimento contro lavoratrici e lavoratori e contro la povertà. Servirebbe invece tutt’altro a questo Paese: limitare i contratti a termine, una legge sulla rappresentanza che possa spazzare via i contratti pirata, e anche contrastare i salari così bassi". E ancora: "Si incentivano i voucher che sono la forma più becera di ricattabilità".
Elly Schlein a Firenze atto secondo. Dopo la partecipazione alla manifestazione in difesa della scuola all’indomani dei fattacci del Miche la neosegretaria dem torna in città e, dal puplito del fortino renziano della Leopolda – da cui il leader di Italia Viva iniziò a picconare le fondamenta del partito a suo dire ’vecchio’ (ricordate la rottamazione?) – parla una ventina di minuti di diritti, scuola, sanità ma soprattutto, in massima parte, di lavoro in occasione della conferenza nazionale della Filcams Cgil.
La Schlein prende la parola e sorride ai delegati prima di tuffarsi nelle questioni che sembrano stare più a cuore ai protagonisti del nuovo corso del Pd. "Noi siamo qui per dire che saremo al fianco di chi si mobiliterà in queste settimane per chiedere invece al governo di prendere delle misure che possano sanare le piaghe strutturali del mercato del lavoro" le parole della leader del Partito Democratico in riferimento al decreto lavoro varato dal governo il 1° maggio.
"Abbiamo l’occasione irripetibile di investire le risorse del Pnrr per accompagnare anche le imprese verso quello che serve dal punto di vista dell’innovazione, della transizione digitale, della conversione ecologica".
Poi la segretaria dem punta dritta la prua su un tema di cui tanto si parla di questi tempi: l’invecchiamento dell’Italia.
"Questo governo parla di crisi della natalità, un tema fondamentale per il Paese, ma non coglie il nesso stretto tra la crisi della natalità e la precarietà che colpisce soprattutto i giovani e le donne. Come si fa, infatti, a costruirsi un futuro dignitoso con salari così bassi e contratti così precari? Che cosa stiamo chiedendo quando con molto paternalismo, di cui siamo particolarmente esperti, commentiamo il fatto che molti giovani fanno più fatica, escono più tardi di casa rispetto ai coetanei degli altri Paesi europei? Sono le condizioni materiali quelle su cui dobbiamo rimettere l’accento".
Spazio anche ai temi dei diritti e della sanità. "Distruggere l’accoglienza diffusa a favore di grandi concentrazioni di persone non è solo inumano, ma impedisce alle nostre amministrazioni una gestione efficace e lungimirante dell’accoglienza" sottolinea la Schelin specificando poi, rivolgendosi ai delegati sindacali e al segretario della Cgil Maurizio Landini che il Pd sarà "al vostro fianco anche in difesa della sanità pubblica e universalistica e la scuola pubblica come prima grande leva per l’emancipazione sociale".
Proprio Landini, prima di affondare anch’egli le misure del governo in tema di lavoro, ha tenuto a precisare che "noi non siamo una forza della opposizione, noi siamo il sindacato" e perciò "non parliamo per nessuna forza politica" bensì "per tutti i lavoratori: quelli che hanno votato a sinistra, quelli che hanno votato a destra e quelli che non sono andati a votare". Un’apertura a tutti gli effetti seguita dall’appello: "La nostra mobilitazione, lanciata da Cgil Cisl e Uil, inizia sabato a Bologna e credo che sia assolutamente importante perché quel decreto non va nella direzione di cui abbiamo bisogno" la premessa prima di ribadire che "in piazza noi ci andiamo con le nostre posizioni e sono aperte a tutte".
Il segretario del sindacato si è soffermato poi sulla sicurezza sul lavoro ("Il tema è arrivare a zero morti sul lavoro, è prevenire gli infortuni, le malattie professionali e le morti perché dopo è troppo tardi purtroppo, e quindi da questo punto di vista noi stiamo chiedendo che si facciano più investimenti") e sui contratti ("Stiamo avanzando una proposta molto precisa: per noi bisogna introdurre un unico contratto di inserimento al lavoro, oggi ci sono troppi rapporti di lavoro e troppa precarietà").
Emanuele Baldi